Asse Roma-Parigi: ecco il doppio tavolo dell'Ue sui migranti
Oggi a Parigi leader europei e africani. E il presidente del Parlamento Ue, Antonio Tajani pensa a un piano per l'Africa come quello con la Turchia: sei miliardi di euro alla Libia per il controllo delle coste e 50-60 miliardi per contrastare le cause delle migrazioni
L'impressione è che stavolta non basteranno le dichiarazioni di intenti, gli auspici, i progetti a lungo termine. Dal vertice che oggi vedrà riuniti a Parigi i leader di Francia, Germania, Italia e Spagna, oltre all'Alto rappresentante della politica estera dell'Ue, Federica Mogherini, il premier libico, Fayez al Serraj, e i presidenti di Niger e Ciad, Mahamadou Issoufou e Idriss Deby, dovrà uscire un piano chiaro e immediatamente operativo per affrontare l'emergenza migranti.
Il motivo è semplice. Il vertice arriva a meno di un mese dalle presidenziali tedesche in cui Angela Merkel cercherà di ottenere il suo quarto mandato consecutivo. Ed è stata proprio la cancelliera, con un'intervista alla Welt am Sommtag ad anticipare quella che potrebbe essere la linea, parlando apertamente della possibilità di superare la Convenzione di Dublino (quello che stabilisce quale stato debba farsi carico della richiesta di asilo di una persona che arriva sul territorio europeo).
“Non è possibile – ha spiegato – che la Grecia o l'Italia da sole debbano sopportare tutti gli oneri solo perché la loro posizione geografica è quella che è. Dublino ha 'sovraccaricato' Atene e Roma, i profughi vanno distribuiti in modo solidale”. Inoltre, ha aggiunto, “non dovremo mai più vedere” situazioni come l'esodo da est che, nel 2015, costrinse Berlino ad aprire le porta a un milione di richiedenti asilo, molti dei quali provenienti da Siria e Iraq: “Non possiamo permettere l'attività dei trafficanti. La guardia costiera libica va dotata delle attrezzature necessarie a fare il proprio lavoro ed è molto importante che quella guardia costiera osservi le norme internazionali, sia per quel che riguarda i migranti sia nei rapporti con le Ong”.
Insomma Merkel ha le idee più che chiare: non sarà il tema dei migranti quello su cui si giocherà l'ultimo mese di campagna elettorale e la sua eventuale rielezione. Ma come sempre non sarà semplice arrivare a una posizione comune. Di certo c'è che l'Italia arriva all'appuntamento forte del lavoro fatto in questi ultimi mesi e che ha prodotto una visibile riduzione degli sbarchi. In particolare il premier Paolo Gentiloni porterà a Parigi gli accordi siglati dal ministro dell'Interno, Marco Minniti, l'ultimo dei quali raggiunto questa mattina con i ministri di Libia, Ciad, Mali e Niger, che va nella stessa direzione dell'accordo preso in precedenza con i 14 sindaci libici che in cambio di aiuti si sono impegnati a frenare gli sbarchi (ad agosto sono arrivati 3.000 migranti contro i 21.000 di un anno fa). Questa mattina, durante la cabina di regia convocata in Viminale, i cinque paesi nordafricani hanno deciso di impegnarsi in una task force finalizzata ad accrescere la cooperazione e mantenere alto il livello di sicurezza, rafforzando il controllo dei confini con la formazione delle guardie di frontiera dei paesi nord africani. I ministri hanno poi sottolineato l'importanza di raggiungere una stabilità politica in Libia, ribadendo il sostegno all'accordo di pace tra le tribù del sud del paese. Inoltre, hanno confermato la necessità di "effettuare ogni sforzo utile a sostenere ogni iniziativa in favore dello sviluppo di una economia locale che sia alternativa a quella collegata ai traffici illeciti". La speranza è che i leader europei facciano proprio il modello italiano.
Intanto, Politico Europe ha preso visione di una bozza del testo che si discuterà oggi a Parigi. I punti cardine, che ricalcano il modello di gestione proposto dall'Italia, sono la cooperazione con i paesi africani e il salvataggio dei migranti in mare, che "resta una priorità", secondo il documento. I quattro leader europei sono aperti a studiare la creazione di "nuovi strumenti per intensificare e facilitare i ritorni volontari [dei migranti] e la loro reintegrazione [nei loro paesi di origine]". Secondo quanto riporta Politico, Macron, Merkel e Rajoy si sono congratulati con l'Italia per l'istituzione di un codice di condotta per le Ong: "I capi di stato e dei governi invitano tutte le Ong operanti nella zona a firmare e a rispettare il codice di condotta".
E che magari facciano propria anche la proposta avanzata, con un'intervista a Repubblica, dal presidente del Parlamento Ue, Antonio Tajani. “Non serve a nulla dare spiccioli qualche decina di milioni – ha detto Tajani –: per contrastare le migrazioni dobbiamo varare un grande piano Ue per l'Africa”. La proposta di Tajani è di mettere in campo una soluzione simile a quella già adottata con la Turchia: sei miliardi di euro per favorire un accordo tra Bengasi e Tripoli sul controllo delle coste e del Mediterraneo centrale e poi un investimento da 50-60 miliardi per l'Africa per cercare di contrastare le cause delle migrazioni.