La bambina cavia del multikulti
In Inghilterra viene islamizzata dai servizi sociali e dalla famiglia affidataria
La notizia l’ha lanciata ieri il Times. Quando la bambina è arrivata nella casa della nuova famiglia affidataria ha raccontato che le hanno subito tolto la collanina con il crocifisso e le hanno impedito di mangiare il maiale. Accade a Londra, nelle Tower Hamlets, una delle zone più multiculturali del paese, dove una bambina cristiana di cinque anni è stata affidata a due famiglie di musulmani osservanti nonostante l’opposizione dei genitori. La bimba ha vissuto in due famiglie, entrambe musulmane. Nella prima, la madre indossava il niqab, la tunica nera che copre le donne dalla testa ai piedi. Nella seconda, il burqa. La madre naturale ha raccontato di essere sconcertata dalla situazione in cui si trova la figlia che ultimamente le avrebbe detto: “Pasqua e Natale sono feste stupide”, “Le donne europee sono alcolizzate e idiote”.
La storia di questa bambina cavia del multiculturalismo, che ieri ha fatto il giro dei media anche italiani, ci dice molte cose, al di là del caso specifico. Che una croce o un burqa, l’arabo o l’inglese, non sono interscambiabili nella formazione di un bambino, mentre così sono stati trattati dagli assistenti sociali. E poi ci dice del livello di degrado culturale di situazioni come le Tower Hamlets. Nel 2014, una relazione governativa aveva accusato il sindaco Lutfur Rahman di avere legami con gruppi estremisti islamici, tra cui uno che cerca di creare uno stato basato sulla sharia in Europa. Parliamo di quartieri dove le donne ricevono minacce di morte per aver rifiutato di indossare un velo. E’ un gorgo di fanatismo e abbandono dell’individuo. Non scandalizziamoci soltanto quando di mezzo ci finisce una bambina. Accade ogni giorno.
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