Tu mi lasci, io mi riprendo il Partenone
I greci vogliono che Londra restituisca le opere d’arte. O niente Brexit
Quest’estate in Grecia si è formato un gruppo di attivisti che vede nella Brexit un’occasione unica: costringere Londra a restituire tutte le opere d’arte sottratte nel passato, per rimetterle al loro posto originale. Il British Museum conserva un numero di sculture in marmo appartenenti al Partenone di Atene che è pari a quello di sculture attualmente presenti al Partenone. Se riuscissero a imporsi e a riportarle in patria, sarebbe un raddoppio istantaneo delle opere d’arte dentro il tempio ateniese per cui furono create.
L’idea sembra bizzarra ma poggia sul meccanismo atroce della Brexit, che prevede che gli accordi di uscita della Gran Bretagna siano ratificati da ogni singolo paese dell’Unione europea, quindi anche dalla bistrattata Grecia. Del resto è quello che succede quando apri le porte al bizzarro, come ha fatto Londra con il referendum del giugno 2016 sulla Brexit: il bizzarro non perdona, si moltiplica, ti raggiunge e ti colpisce da direzioni che non ti aspettavi. Un anno dopo i greci parlano di farsi ridare i marmi dell’Acropoli dagli inglesi come potrebbe fare una coppia che si sfascia e si divide il mobilio. Se questa notizia fa sorridere, provate a immaginare in che razza di garbuglio si sono cacciati gli inglesi, costretti come sono ora a negoziare mille altre questioni in mille altri campi, più importanti per il funzionamento della vita quotidiana. Al confronto di questa surrealtà, le minuziose norme comunitarie sulle zucchine che la stampa inglese riportava come prova della dittatura europea* fanno già venire nostalgia.
*uno dei topos degli antieuropeisti