Seul testa i suoi missili per mandare un messaggio alla Corea del nord
Esercitazione nel Mare del Giappone, in attesa del Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Gli Stati Uniti minacciano ancora Pyongyang mentre la Russia insiste sul dialogo
La Corea del sud ha effettuato un test missilistico per simulare un attacco a un sito nucleare della Corea del nord come risposta al sesto test nucleare compiuto da Pyongyang domenica. L'esercitazione ordinata da Seul ha impiegato sia aerei militari F-15K sia postazioni missilistiche terrestri (sono stati testati dei missili terra-terra Hyunmoo, lanciati nel Mare del Giappone) allo scopo di dimostrare al regime di Kim Jong-un che la Corea del sud è pronta a reagire in caso di aggressione. Seul e Tokyo restano in attesa del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, che si riunirà oggi per decidere le nuove contromisure da applicare nei confronti di Pyongyang. I due paesi alleati degli Stati Uniti nel Pacifico hanno chiesto uno sforzo maggiore da parte della comunità internazionale per aumentare la pressione sulla Corea del nord, che con i test degli ultimi giorni ha dato prova di un notevole avanzamento del suo programma nucleare. La scorsa settimana, il regime nordcoreano aveva lanciato un missile balistico che ha sorvolato il nord del Giappone mentre domenica ha confermato di avere testato una bomba all'idrogeno, che è molto più potente di una nucleare, che ha anche generato un terremoto di magnitudo 6.3.
Mentre gli Stati Uniti oscillano tra dichiarazioni caute – "non cerchiamo l'annichilamento di un paese come la Corea del nord" – e minacce di "un enorme risposta militare" nei confronti di Pyongyang nel caso di minaccia diretta all'America – entrambe le frasi sono state pronunciate dal capo del Pentagono, James Mattis – la Russia, che ha diritto di veto al Consiglio di Sicurezza dell'Onu, rimane ferma sulla posizione del dialogo. "Pyongyang crede che le sue azioni porteranno al riconoscimento del suo arsenale nucleare. Questo per noi è inaccettabile", ha ammesso il viceministro degli Esteri di Mosca, Sergei Rybakov, che però ha insistito sulla necessità di mantenere una posizione interlocutoria col regime nordcoreano. "Siamo ancora convinti che il problema della denuclarizzazione della penisola coreana possa essere risolto con il dialogo", ha spiegato Rybakov.
D'altra parte, le parole usate dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, sono state molto più esplicite. Il capo della Casa Bianca ha dichiarato che il test della bomba all'idrogeno di domenica è "ostile" e "pericoloso", che la Corea del nord è uno "stato canaglia" che causa "enorme imbarazzo" al suo alleato cinese. Trump ha anche criticato l'inefficacia della politica del dialogo avviata dalla Corea del sud. Non sta funzionando, ha detto, perché Kim "capisce solo una cosa", lasciando intendere che l'America è pronta all'intervento militare. In un tweet, il presidente americano ha anche minacciato in modo diretto la Cina. "Gli Stati Uniti, oltre alle altre opzioni, considerano quella di interrompere ogni relazione commerciale con qualunque paese che fa affari con la Corea del nord", ha scritto Trump.
L'editoriale dell'elefantino