Facebook e la trasparenza
La manipolazione russa ci dice che è ora di adeguare il social a standard più alti
Ora che Facebook si è infine deciso a consegnare al Congresso americano la gran massa di documenti e file che provano che agenti russi hanno usato il social network (non solo: anche Twitter è in guai seri) per comprare spazi pubblicitari di carattere politico influenzando e destabilizzando la campagna elettorale americana, inizierà probabilmente una lunga serie di leak sulle manipolazioni dei cittadini americani che Mark Zuckerberg ha consentito avvenissero sotto il suo tetto.
L’ultima, svelata ieri dal Washington Post, mostra che gli agenti russi hanno usato Facebook per esasperare le divisioni religiose e razziali grazie a un mix di tecniche sovietiche e sofisticata conoscenza della società americana – ma soprattutto grazie alle grandi tecnologie di Zuck. La discesa dei semidei della Silicon Valley dall’olimpo della compiacenza politica che li aveva protetti finora, è appena iniziata, ma continuerà a peggiorare man mano che usciranno nuove notizie su come Facebook ha cercato in tutti i modi di evitare ogni tipo di controllo.
In America, per esempio, quando si manda in onda una pubblicità politica in televisione è obbligatorio rendere noto l’ente che la pubblica, ma su Facebook no: che si tratti di un partito o di un nemico esterno, tutti possono usare i sofisticati strumenti di Facebook per influenzare il comportamento degli elettori. Questo deve cambiare. Non si tratta di regolamentazioni, ma di adeguare il mezzo a standard più alti.
Cose dai nostri schermi