La legge antiterrorismo di Macron
La Francia lascia lo stato d’emergenza e aumenta i poteri della polizia
La nuova legge antiterrorismo francese, votata dall’Assemblea nazionale martedì sera, consentirà alla Francia di non rinnovare più lo stato d’emergenza, in vigore come misura antiterrorismo dal 13 novembre 2015. La filosofia è chiara: spostare competenze per il contrasto al terrorismo dall’autorità giudiziaria a quella amministrativa, cioè dal pubblico ministero al ministero dell’Interno, come già accade nei periodi di eccezione. Emmanuel Macron si è trovato di fronte a una scelta complicata in materia di terrorismo.
Nessuno avrebbe accettato la responsabilità di abbandonare lo stato d’emergenza in un momento dove si conta un attentato a settimana, ma il terrorismo islamico non sarà sconfitto nel giro di pochi mesi. Lo stato d’emergenza è per sua natura temporaneo, ma era comunque necessario mantenere alcuni suoi strumenti: sarà quindi possibile per il prefetto, ad esempio, ordinare perquisizioni di domicili sospetti con l’autorizzazione di un giudice, o limitare gli spostamenti di individui con l’intervento eventuale e posteriore dell’autorità giudiziaria. Inoltre sarà possibile per le forze di polizia perquisire, nei luoghi vicini ai confini nazionali, le persone la cui nazionalità straniera può essere dedotta da “elementi oggettivi”.
Il paese si interroga sulla funzionalità della nuova legge, ritenuta da alcuni lesiva dei diritti fondamentali. E’ un dibattito legittimo, che pone alcune questioni sensate. Ma il dovere della politica, in questo momento, era rispondere a una minaccia senza precedenti e duratura con misure adeguate e non più eccezionali.