Il capo della polizia catalana rischia 15 anni di carcere per sedizione
Josep Lluis Trapero è sospettato di non avere aiutato la Guardia Civil nella repressione delle manifestazioni di Barcellona in favore dell'indipendenza
Il capo della polizia catalana, Josep Lluis Trapero, è arrivato oggi a Madrid per rispondere alle domande dei giudici a proposito della sua gestione dell'ordine pubblico in occasione delle proteste degli indipendentisti a Barcellona. Dopo un interrogatorio durato un'ora per lui e per gli altri indagati non è stata emessa nessuna misura cautelare. Trapero è sospettato di sedizione contro lo stato per non avere aiutato la Guardia Civil nella repressione delle manifestazioni dello scorso 20 settembre, quando migliaia di persone favorevoli all'indipendenza avevano assediato il dipartimento dell'Economia catalana a Barcellona. Insieme a Trapero sono imputati anche un'altra dirigente della polizia catalana e due leader di associazioni indipendentiste.
Si tratta di un reato molto grave, senza precedenti dalla fine del regime franchista, che prevede una pena che può arrivare a 15 anni di carcere, secondo il codice penale del 1822. Per la legge spagnola, la sedizione equivale a un atto di ribellione contro le decisioni dello stato e delle forze di sicurezza nazionali.
Solo lo scorso agosto, Trapero e i Mossos catalani erano stati celebrati dalle autorità centrali di Madrid per come avevano condotto le indagini nei confronti della cellula terrorista che il mese scorso aveva ucciso decine di persone sulla Rambla. Ma pochi giorni dopo l'attacco terroristico, la tensione tra lo stato e il governo centrale sono nuovamente venute a galla.