Il Nobel per la Pace gioca sul sicuro: premio alla campagna contro le armi nucleari
Il Comitato di Oslo premia l'Ican (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons) e lancia un messaggio mentre la comunità internazionale è alle prese con le minacce della Corea del Nord e le tensioni tra Stati Uniti e Iran
Quando si parla di Nobel della Pace, soprattutto ultimamente, è difficile non pensare alle polemiche che stanno accompagnando Aung San Suu Kyi (Nobel nel 1991), sottoaccusa per la vicenda del popolo Rohingya in Myanmar. O alla timidezza con cui la comunità internazionale si è battuta per la liberazione di Liu Xiaobo, premiato nel 2010 e morto lo scorso luglio. O ancora al premio, assegnato lo scorso anno, al presidente della Colombia che, subito dopo la decisione di Oslo, vide bocciato da un referendum popolare il suo accordo di pace con le Farc.
Forse anche per questo, quest'anno, l'Accademia ha deciso di giocare sul sicuro. E davanti alle minacce nucleari che arrivano da più parti del globo (dalle tensioni Stati Uniti-Iran alla Corea del Nord), ha premiato l'Ican (International Campaign to Abolish Nuclear Weapons), la campagna contro le armi nucleari. “Stiamo mandando un messaggio a tutti gli stati in particolare agli stati nucleari”, ha detto la presidente del comitato norvegese del Nobel, Berit Reiss-Andersen. "Le armi nucleari - ha proseguito - costituiscono una minaccia costante all'umanità ed a tutta la vita sul pianeta. Ican ha aiutato a risolvere i problemi legali giocando un ruolo importante nello spingere le nazioni del mondo a cooperare verso l'obiettivo. Con il premio si intende sottolineare come i prossimi passi dovranno coinvolgere gli stati con le armi nucleari affinché inizino seri negoziati con l'obiettivo di una graduale equilibrata e attentamente monitorata eliminazioni delle quasi 15mila armi nucleari nel mondo”.
La campagna, lanciata nel 2007, conta oggi 468 gruppi in 101 Paesi, mira a promuovere la piena applicazione del Trattato per la proibizione delle armi nucleari, approvato il 7 luglio 2017 con l'adesione di 122 Paesi. “Sono onorata - ha commentato Beatrice Fihn, direttore esecutivo di Ican -, è un onore immenso difficile da descrive: è un premio importantissimo per coloro che lavorano dal 1945 alla lotta contro le armi nucleari, un tributo ai sopravvissuti di Hiroshima e anche alle vittime dei test nucleari che ancora si fanno”.