Il giusto compromesso sui rifugiati
Merkel fa un accordo con i cugini della Csu. Ora inizia il negoziato più difficile
Con l’accordo concluso domenica tra la Cdu della cancelliera Angela Merkel e il partito gemello della Csu bavarese, i cristianodemocratici tedeschi serrano i ranghi in vista dell’inizio dei negoziati per la formazione del nuovo governo versione Giamaica, con Verdi e liberali. Merkel e il leader della Csu, Horst Seehofer, hanno trovato l’intesa sul numero massimo di rifugiati che la Germania si impegna ad accogliere, un tetto fissato a quota 200 mila all’anno. L’accordo poggia su basi “molto, molto buone”, ha commentato Merkel in risposta a chi ha interpretato l’intesa come una capitolazione della cancelliera di fronte alla linea più conservatrice della Csu. La verità è che il tempo stringe: il 18 ottobre partiranno i negoziati per la formazione della coalizione di governo e, senza un accordo con la Csu, Merkel avrebbe rischiato di presentarsi sconfitta in partenza agli occhi dei suoi nuovi “improbabili” alleati.
Il testo dell’intesa è piuttosto soft: le parole “tetto massimo” (obergrenze, in tedesco) dei migranti non sono citate in modo esplicito e i diritti fondamentali dei rifugiati restano tutelati. Da una parte, l’accordo permette alla Cdu di non chiudere al dialogo con i Verdi per formare il governo e, dall’altra, assicura alla Csu di proseguire nella sua “svolta a destra”. Seehofer vuole riprendersi i voti conquistati dai nazionalisti di Alternative für Deutschland in Baviera e per questo ha anche pubblicato un programma in 10 punti che sintetizza la strategia della Csu per difendere i veri “valori tedeschi”. Come suggeriva domenica il tabloid tedesco Bild, in vista del voto in Bassa Sassonia del 15 ottobre, Merkel e Seehofer vogliono dimostrare così che il “conservatorismo è ancora sexy”.
L'editoriale dell'elefantino