L'ultimo dolore dei gollisti francesi
I Républicains vogliono espellere i ministri macroniani, ma non c’è quorum
Voleva essere la grande spedizione punitiva nei confronti dei traditori “Macron-compatibili”, invece la riunione dell’ufficio politico dei Républicains (Lr) francesi di martedì sera si è trasformata in un tragicomico vaudeville. L’esclusione dall’organigramma gollista di Edouard Philippe, primo ministro, Gérald Darmanin, ministro delle Finanze, Sébastien Lecornu, segretario di stato all’Ecologia, e dei deputati Franck Riester e Thierry Solère, non è ancora definitiva, nonostante i partecipanti del bureau si siano pronunciati a favore, perché non è stato raggiunto il quorum. Trentasette dei quarantasette membri dell’alta istanza hanno chiesto l’espulsione dei tre membri del governo e dei due responsabili del gruppo parlamentare Constructifs, ma dovranno aspettare fino al 31 ottobre, data della prossima convocazione del Bp, per poter sperare nella cacciata degli “infedeli”.
Julien Aubert, deputato gollista del Vaucluse, aveva paragonato i dissidenti Lr pro Macron ai “migranti di Calais”, che “ci ostiniamo a trattenere sul nostro territorio, nonostante vogliano passare la frontiera”. Solère, capofila dei costruttivi all’Assemblea nazionale, gli ha risposto ieri mattina, affermando di essere pronto a fondare “un nuovo partito di destra”, “europeista”, e di aver già avviato le discussioni con i centristi dell’Udi. Il rassemblement invocato da molti pesi massimi di Lr, tra cui l’ex premier Jean-Pierre Raffarin, sembra un’ipotesi remota. “E’ stato un formidabile adattamento della ‘cena dei cretini’”, ha commentato l’ex ministra delle Giustizia, Rachida Dati. Il favorito a conquistare la presidenza Lr il prossimo 17 dicembre, Laurent Wauquiez, ha definito l’episodio “una gag”, pure se questo subbuglio identitario fa ben poco ridere.