Gli Immortali contro il gender
L’Accademia di Richelieu condanna la “scrittura inclusiva”. Bene
Di fronte all’aberrazione della scrittura inclusiva, la lingua francese si trova al cospetto di un pericolo mortale”, recita la dichiarazione pubblicata sul sito dell’Accademia francese, gli “Immortali” che custodiscono la lingua francese. Sempre più spesso i politici, i funzionari, le associazioni e, in particolare, i membri dell’amministrazione del presidente francese Emmanuel Macron stanno adottando questo nuovo esperimento grammaticale chiamato “scrittura inclusiva”. In pratica si riformula la lingua francese per mettere fine alla “tirannia del finale maschile”. L’Alto consiglio per l’uguaglianza tra uomini e donne ha pubblicato una guida ai funzionari pubblici per adottare la lingua “senza stereotipi di genere”.
Quest’anno, il primo libro di testo per le scuole che fa ampio uso della scrittura inclusiva ha suscitato un forte dibattito (in Italia ne ha parlato per primo il Foglio la scorsa settimana). Eliane Viennot, docente di Letteratura presso l’Università Jean Monnet di Saint-Etienne, ha condannato la scelta del massimo organo culturale, dicendo che “l’Accademia francese non è esattamente un modello per l’inclusione”. L’Accademia è stata fondata nel 1635 dal cardinale Richelieu, ma non ha avuto un solo membro femminile fino al 1980. Tra i 729 membri della sua storia, solo otto sono donne. “Sono estremamente conservatori”, ha detto Viennot.
No, è che gli Immortali sanno che la lingua, come la cultura, è un tesoro fragile e deperibile e che loro compito è proteggerla dai progetti avveniristici dell’ideologia del gender. Uno dei membri dell’Accademia di Francia, Jean Clair, due anni fa disse: “L’ange gardien de notre héritage s’est envolé”. L’angelo custode del nostro patrimonio è volato via. In gioco qui non ci sono soltanto i grotteschi puntini della “scrittura inclusiva”, ci sono tanti riferimenti culturali che rischiano di volare via abbattuti dai voli pindarici di questi nuovi maldestri sperimentatori.