La consapevolezza sulla Russia
Da May a Rajoy, i leader rispondono alle intromissioni di Mosca, finalmente
I fatti della grande operazione russa di destabilizzazione delle democrazie occidentali sono noti. Rimettiamoli in fila. Agenti russi hanno tentato di interferire con il processo democratico americano, con le elezioni in Francia e Germania e hanno fomentato online il sentimento secessionista in Catalogna, con l’obiettivo di destabilizzare l’assetto statale spagnolo. Da ultimo, sono uscite giusto in questi giorni nuove prove su come abbiano cercato di usare la loro influenza anche durante il referendum sulla Brexit in Regno Unito. Ieri il Times ha pubblicato un report della Swansea University e della University of California secondo cui, nelle 24 ore del referendum del 2016, account Twitter legati alla Russia hanno pubblicato 45 mila messaggi in gran parte pro Brexit, mentre gli ufficiali d’intelligence rivelavano che hacker russi hanno attaccato i settori dell’energia e delle telecomunicazioni britannici. Conosciamo i fatti. Ora però mettiamo in fila le dichiarazioni dei leader.
Fino a poco tempo fa c’era una certa timidezza nel denunciare le attività russe. Ora c’è una nuova consapevolezza. Lo spagnolo Rajoy ha affrontato per la prima volta il problema ieri, dicendo che non permetterà che agenti stranieri interferiscano con le elezioni catalane di dicembre. Le sue parole forti hanno provocato la reazione del ministro degli Esteri russo Lavrov, che – anche qui per la prima volta – si è trovato a smentire le accuse rivolte a Mosca come “isterie”. Poi c’è la britannica May, con il suo durissimo “sappiamo quel che state facendo” rivolto ai russi. Il francese Macron ha già fatto la sua parte mesi fa, la tedesca Merkel è stata invece più timida. Ma insomma, i leader occidentali riconoscono, finalmente in maniera pubblica, che c’è un problema con la Russia, e che ci riguarda tutti.