La democrazia nel laboratorio di Facebook
Il network usa i giornali (serbi, ma ci riguarda tutti) come topi per esperimenti
Abbiamo scritto in più di un’occasione che la Silicon Valley, e in particolare i social media come Facebook, Twitter e Google, rischiano di essere un pericolo per la democrazia. Non tanto per sé, ma perché danno ai nemici della democrazia strumenti potentissimi da sfruttare per distruggere l’ordine politico e sociale dell’occidente. Facebook e compagnia hanno la pretesa di essere piattaforme neutre, sulle quali le attività anti democratiche sono solo il risultato di una volontà malevola esterna. In realtà, gli stessi giganti tech non si esimono dallo sperimentare con le istituzioni del sistema democratico. Lo scrive sul New York Times il direttore di uno dei principali media indipendenti della Serbia, Krik.
La notizia è nota: in alcuni paesi (Slovacchia, Sri Lanka, Serbia, Bolivia, Guatemala e Cambogia) Facebook ha sperimentato una funzione con la quale, in pratica, rende difficilmente raggiungibili le notizie dei giornali (a meno che i giornali non paghino). Le conseguenze sui media, che hanno visto le loro visite e le loro entrate crollare, sono già state discusse, ma il direttore serbo Stevan Dojcinovic aggiunge un elemento essenziale: in molti paesi interessati dall’esperimento di Facebook la democrazia è giovane e fragile, e la stampa non è libera o solo parzialmente libera. La Serbia è un esempio: lo stato, scrive Dojcinovic, favorisce i media amici, e i giornali indipendenti usavano Facebook per cercare di raggiungere i loro lettori. Ma Facebook ha deciso di usare i giornali serbi come ratti da laboratorio, con il risultato – certamente non voluto ma comunque grave – di danneggiare la stampa indipendente. Meno stampa indipendente, meno democrazia.
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