E' il momento della Francia
Futuro “molto positivo”. Plebiscito per Macron tra gli imprenditori americani
La Francia è in marcia. Secondo un sondaggio della Camera di commercio degli Stati Uniti in Francia (AmCham) il 72 per cento dei dirigenti di filiali francesi di aziende americane vede in maniera “molto positiva” il futuro dell’economia del paese. E’ la cifra più alta mai registrata dal barometro, che viene commissionato ogni anno dal 1999 e costituisce un indicatore molto significativo sullo stato dell’economia del paese. Sono oltre quattromila le aziende interessate, e impiegano più di 500 mila persone.
E’ evidente che l’elezione di Emmanuel Macron abbia dato una spinta all’attrattività della Francia negli Stati Uniti, colpiti, scrive il Figaro che ha pubblicato in esclusiva i risultati dell’inchiesta, dallo “charme” del giovane e dinamico presidente: per il 90 per cento degli intervistati la presidenza di Macron renderà più facili gli investimenti. Soltanto pochi mesi fa, a gennaio, Robert Vassoyan, presidente della AmCham, aveva espresso la sua preoccupazione al quotidiano di boulevard Haussmann: “Il diritto e l’organizzazione del lavoro sono ancora dei punti troppo deboli, così come il costo del lavoro”. Detto fatto, a settembre il governo Philippe ha riformato profondamente il code du travail riuscendo a contenere la protesta dei sindacati e dei partiti dell’estrema sinistra. Così, più del 50 per cento dei dirigenti delle imprese americane prevede di assumere nei prossimi tre anni, più del doppio dell’anno scorso, quando soltanto il 21 per cento si mostrava incline a nuovi investimenti a causa dell’incertezza politica e della rigidità del paese. Certo, la Francia sconta ancora il passato poco brillante dal punto di vista economico: il 21 per cento degli imprenditori consiglierebbe a un’impresa americana di allargare le sue attività in Francia, un dato non entusiasmante, ma se confrontato al 3 per cento di risposte positive dello scorso anno si comprende che qualcosa è cambiato.
Il momento francese non è isolato. Nonostante le difficoltà legate alla formazione del nuovo governo in Germania la fiducia degli investitori è al suo massimo storico, riporta l’Ifo, uno dei principali think tank tedeschi. Insomma, il motore franco-tedesco pare comunque in forma, e la crisi della Merkel è fortemente esagerata.