La strategia anti iraniana di Trump
L’intesa con Israele per combattere Teheran. Con una virata sul deal nucleare
Gli Stati Uniti e Israele hanno raggiunto un accordo strategico per fronteggiare l’Iran e contrastare la sua influenza nella regione, manovra che segue il copione esposto da Donald Trump in un discorso a ottobre. Allora il presidente parlava di un approccio basato su quattro pilastri: lavoro con gli alleati per contrastare le attività destabilizzanti di Teheran, nuove sanzioni per bloccare i flussi di denaro verso i gruppi terroristici, controllo del programma missilistico e, last but not least, la promessa di smantellare ogni ambizione nucleare degli ayatollah. L’accordo con Israele è il primo passo fattivo a livello bilaterale per ottenere uno dei pochi obiettivi chiari della politica estera di Trump. I rappresentanti della diplomazia e degli organi di sicurezza si sono incontrati in segreto alla Casa Bianca il 12 dicembre, e dopo due giorni di negoziati hanno stretto un’intesa che ha alcuni obiettivi fondamentali, fra cui il ricorso ad “azioni diplomatiche segrete congiunte per bloccare la corsa dell’Iran verso gli armamenti nucleari” e l’impegno a fare di tutto per smantellare le attività filoiraniane nell’area, da Hezbollah in Libano alla Siria, dove Israele sta preparando una strategia per la delicata fase del dopoguerra. L’Iran è stato sponsor e sostenitore del regime di Bashar el Assad negli anni del conflitto. Nell’intesa anti iraniana raggiunta a Washington c’è anche un particolare che non deve passare inosservato: il documento parla di “passi diplomatici” nell’ambito del deal nucleare per “verificare che l’Iran non stia violando l’accordo”. L’Amministrazione che aveva promesso di distruggere l’odiato accordo di Obama, ora prende misure per farlo rispettare