Feste senza Isis
Questa volta i terroristi mancano l’appuntamento con Natale e Capodanno
Nelle ultime settimane, lo Stato islamico ha usato tutti i suoi canali di comunicazione per lanciare una nuova ondata di propaganda minacciosa. Servendosi delle tecniche ben rodate della viralità online e di meme efficaci (vale a dire: di figure e immagini molto rappresentative e ripetute in tutti i contesti), l’Isis ha cercato di inaugurare, o meglio di propiziare, una nuova stagione di terrore in tempo per le festività natalizie, dopo quella che un anno fa aveva fatto 12 morti in un mercatino di Natale a Berlino e 39 morti in un nightclub la notte di Capodanno a Istanbul. Quest’anno, le immagini di guerrieri Isis pronti a punire gli infedeli di Londra, New York e Roma si sono diffuse nella Rete cercando di fare proseliti ma, almeno per ora, la retorica terroristica non ha attecchito. Natale e Capodanno sono trascorsi senza attacchi magniloquenti in occidente. Questo dato non significa certo che la stagione del terrore sia finita definitivamente, né deve essere preso come una prova diretta della debolezza del gruppo islamista. Ma l’assenza di attacchi nonostante l’ondata di propaganda ci dice che quella fascinazione per l’Isis che ha spinto migliaia di giovani musulmani a entrare nel Califfato e a terrorizzare l’occidente sta probabilmente perdendo slancio. La forza del messaggio dello Stato islamico era nelle vittorie sul campo, nelle conquiste, nelle promesse di grandi bottini. Ora che il Califfato è ridotto a un lembo di terra, pochi desiderano di immolarsi per una causa sconfitta. Così lo Stato islamico ha mancato un appuntamento nel suo programma di terrore. Non significa che è finita, ma forse la strada è quella giusta.