Che cosa preoccupa i servizi segreti italiani
Tra i dossier seguiti ci sono politica estremista, jihad, sbarchi occulti, instabilità internazionale
I servizi segreti italiani sono preoccupati dall'instabilità internazionale crescente, come dimostrato lo scorso weekend alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, dove molti leader mondiali si sono scambiati minacce e accuse avvicendandosi sul palco, in modo molto poco diplomatico. Diversi osservatori lo hanno definito come lo spettacolo tragico di un mondo liberale e democratico in difficoltà davanti all'avanzata dell'autoritarismo. Secondo la relazione al Parlamento dei Servizi di informazione e sicurezza, presentata oggi dalla Presidenza del Consiglio, l'Italia risente di questi squilibri internazionali. Il rapporto è lungo alcune decine di pagine e fa riferimento al 2017: la premessa della nostra intelligence è che la rivoluzione digitale e la crisi economico-finanziaria del 2007 sono stati i due eventi che hanno avuto il più grande impatto sulla sicurezza.
Sul primo fronte, gli eventi cyber a livello internazionale nel 2017 hanno coinvolto centinaia di migliaia di computer a livello globale, bloccando l’operatività di ospedali, banche e aziende; poi ci sono le campagne di influenza che mirano a condizionare l’orientamento delle opinioni pubbliche, specie “quando queste ultime sono state chiamate alle urne", dice la relazione. Come? Sfruttando "le divisioni politiche, economiche e sociali dei contesti d’interesse".
Allo stesso tempo, la crisi economica del 2007 ha alimentato nazionalismi e populismi che hanno sfruttato la diffusione delle nuove tecnologie e la conseguente, istantanea fruibilità a livello globale di notizie e dati. Il rischio però è quella che i servizio definiscono “mistificazioni infondate” e “narrazioni distorte o falsificate". Immigrazione, terrorismo islamico, scontri tra movimenti di estrema destra ed estrema sinistra, dice l'intelligence, sono legati insieme da un'"evidente nostalgia verso il modello di Stato-nazione". E' successo nel Regno Unito con la Brexit, nel nostro paese col confronto – a volte violento – tra gruppi antagonisti ed estrema destra, e poi nel diffuso anti-europeismo che coinvolge molti paesi dell'Ue, Italia compresa. La conseguenza, per l'intelligence, è "l’affermarsi di egoismi che rendono problematica la gestione condivisa di problemi comuni, come quello migratorio".
La relazione ha dedicato ampio spazio ai rischi legati all'immigrazione e al terrorismo islamico. Si parte con un dato: gli sbarchi sono diminuiti (nel 2017 si è arrivati a quota 119.369, molto meno rispetto al 2016, quando gli arrivi dal Mediterraneo erano stati 181.436). Un altro dato: non si hanno notizie di intelligence sull'arrivo lungo le nostre coste di terroristi o ex combattenti dello Stato islamico tra i migranti. Dicono i nostri servizi segreti che i combattenti del Califfato, piuttosto che essere spediti in Europa per colpirci, sono dislocati su altri fronti di guerra tra medio oriente e nord Africa. Certo, l'attenzione per prevenire un eventuale "effetto blowback" (cioè il ritorno dei foreign fighters in Europa) è e deve restare alta, ma la relazione aggiunge un dettaglio rilevante: "Si tratta di un collegamento (quello tra immigrazione ed estremismo religioso, ndr) la cui valenza di rischio va letta tenendo conto della possibilità che ad esso si faccia ricorso non tanto per il trasferimento di estremisti, ma piuttosto nell’ottica di sfruttare in seguito – a fini di radicalizzazione – le pressoché scontate situazioni di disagio in cui è destinata a versare una parte degli stessi migranti". L'ipotesi dei kamikaze imbarcati per attraversare il Mediterraneo finora non si è realizzata, ma questo non significa che si può abbassare la guardia. L'Italia non è fuori dal rischio di attentati compiuti dai cosiddetti "lupi solitari" legati allo Stato islamico.
Il rapporto della nostra intelligence cita un fenomeno sempre più diffuso, quello degli "sbarchi 'occulti, effettuati sottocosta per eludere la sorveglianza marittima aumentando la possibilità di infiltrazione di elementi criminali e terroristici". E' un problema notevole, se si considera che la gran parte di queste imbarcazioni fantasma salpa dalla Tunisia e che, secondo i dati sui rimpatri dei migranti effettuati dal nostro paese, gran parte degli espulsi dal nostro paese è di cittadinanza tunisina (vedi il grafico qui sotto).
I nostri servizi di intelligence hanno anche aumentato la sorveglianza sui movimenti politici estremisti nel nostro paese. "Le fragilità nello scenario internazionale, così come nel nostro tessuto sociale, hanno rappresentato altrettanti spunti per il fronte dell’estremismo interno che ha alimentato istanze di protesta e pulsioni antisistema". Secondo la relazione dell'intelligence, tra i due opposti schieramenti che si confrontano sul tema dell'immigrazione ci sono sempre più movimenti estremisti di destra e sinistra. Se da una parte "il quadro dell’estremismo di matrice marxista-leninista rivoluzionaria non ha subìto variazioni sostanziali", l'area antagonista è sotto l'attenzione dei servizi, così come quella della destra radicale che “ha dimostrato un dinamismo crescente – con la nascita di nuove sigle cui aderiscono soprattutto fasce giovanili – alimentato dal tentativo di gruppi d’area di intercettare le istanze nazionaliste e i sentimenti di insofferenza verso la presenza extracomunitaria”.