Il razzismo di un giovane militante imbarazza il Front National
Il numero due dei giovani del partito di Marine Le Pen si è dimesso dopo che un video lo ha ripreso mentre urlava insulti razzisti contro un buttafuori di Lille
"Siate orgogliosi se vi chiamano razzisti". A Lille, sul palco del congresso del Front National, Steve Bannon diceva così ai frontisti che sabato e domenica scorsa si sono riuniti per celebrare il partito e il suo nuovo nome, Rassemblement national. Eppure le accuse di razzismo rivolte a Davy Rodriguez, assistente parlamentare del deputato Sébastien Chenu, numero due dei giovani del Front National, si sono concluse con le dimissioni, dopo tre giorni di polemica. Rodriguez lascerà tutte le sue attività politiche dopo essere stato ripreso in un video pubblicato su Twitter lo scorso 9 marzo mentre urla insulti razzisti in un bar di Lille contro un buttafuori di colore.
E' venerdì, la sera prima dell'inizio del congresso. Nelle immagini Rodriguez è molto agitato, in compagnia di alcuni amici e probabilmente ubriaco, ha detto a Buzzfeed il buttafuori. Nel video si sente qualcuno che tenta di riportarlo alla calma e dice: "Cosa penserebbe, Marine, vedendoti così?". Ma Rodriguez non si censura e anzi grida "nero di merda", mentre qualcuno con il telefono riprende tutto. Secondo alcuni giornali, dopo i fatti è stata presentata una denuncia per "insulti razzisti e lievi violenze" e la procura della città di Lille ha aperto un'indagine. Diversi testimoni confermano la scena, e aggiungono dettagli su altri insulti non registrati. Cedric, il ragazzo di origini africane che lavora nella security del locale, intervistato da Buzzfeed ha raccontato che il frontista ha iniziato a innervosirsi quando uno dei suoi amici si è "pizzicato il dito" nella porta del bar. "Mi ha detto che gli ho fatto del male, e poi questo signore (Davy Rodriguez, ndr) è arrivato mentre non c'erano problemi e ha detto: 'Non parlargli, queste persone non hanno istruzione'".
"Espèce de nègre de merde" : @DavyRodriiguez directeur adjoint du FNJ applique en direct l'invitation de Steve Bannon à ce que chacun exprime librement ses pulsions racistes. #CongresFN2018 pic.twitter.com/EgVk0O6aJt
— Claire Underwood (@ParisPasRose) 10 marzo 2018
Per Rodriguez tutto questo non è mai successo. Fin dal giorno dopo il giovane del Front National ha smentito tutto dicendo che si tratta di un montaggio. "Quella non è assolutamente la mia linea. Ho vissuto tutta la mia vita in un quartiere con tante persone provenienti dall'Africa. Non ho mai detto cose del genere, non è oggi che inizierò a farlo".
Je nie formellement avoir tenu les propos racistes qui me sont prêtés.
— Davy Rodríguez (@DavyRodriiguez) 11 marzo 2018
Intanto, il Front National aveva già sospeso Rodriguez prima che lui si dimettesse – all'indomani dell'episodio per le strade di Lille, il partito di Marine Le Pen annunciava una nuova linea moderata, oltre al cambio di nome – e ha aperto un'indagine interna. Il nuovo Rassemblement national, che ora strizza l'occhio ai gollisti Républicains, non ha tentato di difendere l'atteggiamento apertamente razzista che avrebbe avuto il suo collaboratore. "È evidentemente lui che ha pronunciato queste pazzie", ha detto la leader del FN il giorno dopo il congresso, "non rimarrà molto a lungo nel Front National". Ma non ha avuto problemi ad ospitare sul palco Bannon e le sue parole: "Vi chiamano razzisti, omofobi, misogini, xenofobi... Vi chiamano così perché non sanno rispondere alle domande fondamentali che ponete loro davanti. Lottate per la libertà e vi chiamano xenofobi, lottate per il vostro paese e vi chiamano razzisti".
"Je veux que mon mouvement soit jugé sur la rapidité de sa réaction et sur sa fermeté dans l'affaire des propos proférés par Davy Rodriguez. Il a fallu par exemple des semaines pour que le député LREM qui a fracassé un socialiste soit exclu du groupe LREM." @LCI
— Marine Le Pen (@MLP_officiel) 12 marzo 2018
“La sovranità è importante, questo è un paese che è stato colpito dal terrorismo più volte, è un paese di immigrati, è importante che siamo noi a decidere come difenderci, come e con chi integrarci”, diceva al Foglio Rodriguez in un'intervista dello scorso aprile. Prima di unirsi ai sovranisti di Marine Le Pen, colpito dall'approccio diretto e chiaro del leader, Davy Rodriguez era un'attivista di Jean-Luc Mélenchon, il leader del partito di sinistra radicale “La France Insoumise”. “Se non la pensano come noi – diceva Rodriguez – pazienza, capiranno prima o poi che abbiamo ragione”.