La Corea del nord continua a fregarci
Il report sulle sanzioni e gli strascichi di una storia italiana rivelata dal Foglio
E’uno dei più importanti report sulle attività illecite della Corea del nord resi noti finora, quello che è stato pubblicato ieri dal Panel di esperti del Consiglio di sicurezza dell’Onu. Lo studio viene elaborato ogni anno, ma in confronto alle informazioni rilevate negli scorsi anni, in queste trecento pagine si nota un salto di qualità, dato probabilmente dalla collaborazione degli stati membri e dall’inasprimento delle sanzioni economiche contro la Corea del nord. Dalle indiscrezioni trapelate sui media nei giorni scorsi si è letto molto delle connessioni tra Pyongyang, Damasco e il Cairo. Ma come ogni anno il report dedica parecchio spazio anche all’Italia, e a una storia che era uscita per la prima volta sulla stampa italiana grazie a un’inchiesta del Foglio pubblicata il 6 marzo del 2015. Il protagonista è Kim Su-Gwang, cittadino nordcoreano, ufficiale dell’agenzia di intelligence nordcoreana che ha lavorato per anni sotto copertura al World Food Programme di Roma, con passaporto diplomatico fornito dalla Farnesina. Il suo allontanamento dall’agenzia delle Nazioni Unite risale al gennaio del 2015 – un anno dopo che i servizi segreti francesi avevano congelato i suoi beni e quelli di suo padre, dipendente all’Unesco. Il report di quest’anno però spiega che mentre viveva in Italia, Kim aveva aperto almeno sei conti correnti in due diversi istituti bancari italiani, intestati anche a familiari che magari non avevano mai messo piede in Italia. Ha affittato due appartamenti (di cui è ancora affittuario) e la moglie continua a usare un conto corrente, aperto nel 2014, due mesi dopo la segnalazione dei servizi francesi. Questa ricostruzione dimostra che la collaborazione tra paesi funziona, dovremmo intensificarla.
Dalle piazze ai palazzi