Il contrappasso della Brexit. I nuovi passaporti inglesi verranno fatti dai francesi
Con l'uscita dall'Unione europea il Regno Unito tornerà ai passaporti di colore blu. Ma il bando per la loro realizzazione è stato vinto da un'azienda franco-olandese
Pene del contrappasso della Brexit. Il 29 marzo 2019 il Regno Unito uscirà dall'Unione europea (l'ultimo accordo raggiunto tra Londra e Bruxelles prevede comunque un periodo transitorio che terminerà il 31 dicembre 2020). Un passo verso un futuro, in gran parte ignoto, che per gli inglesi coincide con un ritorno al passato. Lo scorso dicembre il ministro dell'Immigrazione Brandon Lewis aveva annunciato che, proprio in previsione della Brexit, i passaporti britannici sarebbero tornati ad essere del tradizionale colore blu con scritte oro (attualmente, come nel resto d'Europa, sono bordeaux). Notizia che era stata accolta con entusiasmo dai brexiters ma che, già all'epoca, aveva scatenato più di un'ironia sui social visto che il blu è proprio il colore della bandiera dell'Ue.
The UK passport is an expression of our independence and sovereignty – symbolising our citizenship of a proud, great nation. That's why we have announced that the iconic #bluepassport will return after we leave the European Union in 2019. https://t.co/pgQvrBIna5
— Theresa May (@theresa_may) 22 dicembre 2017
Ora all'ironia si aggiunge la beffa. Perché i nuovi passaporti non verranno realizzati dall'azienda britannica De La Rue, ma da Gemalto, società con sede ad Amsterdam, quotata sia in Francia che in Olanda, per giunta guidata dal francese Philippe Vallée. Insomma quanto di più europeo possa esistere. Gemalto ha vinto un contratto del valore di 490 milioni di sterline (oltre 560 milioni di euro) con un'offerta di 50 milioni di sterline inferiore a quella dei concorrenti.
Secondo il governo britannico la scelta permetterà di creare 70 posti di lavoro nel Regno Unito (Gemalto ha una fabbrica a Fareham) facendo risparmiare ai contribuenti britannici tra i 100 e i 120 milioni di sterline. Ovviamente il capo di De La Rue, Martin Sutherland, la vede diversamente. E parlando alla Bbc attacca: “Alcuni mesi fa abbiamo ascoltato il nostro ministro dell'Interno annunciare felice il ritorno dei passaporti blu e di come questi siano un'icona dall'identità britannica. Questa icona, però, ora verrà realizzata in Francia. Vorrei che Theresa May o Amber Rudd (segretario di Stato per gli affari interni ndr) venissero nella mia fabbrica e spiegassero agli operai perché questa è una decisione sensata”.
Sutherland ha anche detto che non saper quale potrebbe essere l'impatto di questa decisione sui lavoratori (nella fabbrica De La Rue di Gateshead attualmente vengono impiegate 600 persone). Le azioni della società hanno già perso il 4,7 per cento.
Nel frattempo i politici insorgono. L'ex ministro per lo Sviluppo internazionale, Priti Patel, parla di una decisione “sciagurata” e “perversa”. Mentre per il liberaldemocratico Tom Brake “la vicenda del passaporto blu si sta trasformando in una farsa. All'inizio abbiamo appreso che per averli non dovevamo uscire dall'Unione, ora scopriamo che questi verranno realizzati da una società straniera. Come se non bastasse pagheremo anche di più perché la sterlina si è svalutata e dovremo importarli”.