Un lapsus rivelatore
La Cbs scambia l’Iran per la Siria, ma in fondo non sbaglia poi così tanto
Durante la trasmissione “Evening News” della Cbs, l’appuntamento principale con l’attualità dell’emittente americana, il conduttore Jeff Glor ha introdotto la parte sulla politica estera con un titolo – “Punire la Siria” – e una mappa alle sue spalle. “Il presidente sta valutando come gli Stati Uniti devono rispondere al presunto attacco chimico contro civili in Siria – ha detto Glor – il nostro corrispondente al Pentagono ha informazioni ulteriori”, e la linea passa al giornalista. L’introduzione non è durata a lungo ma abbastanza per capire che la cartina alle spalle dell’anchorman non era quella della Siria, bensì dell’Iran. I ditini si sono alzati prontamente sui social: che figuraccia, non sappiamo nemmeno dove sta il paese che stiamo per bombardare, speriamo che almeno il Pentagono segnali gli obiettivi giusti prima che ci ritroviamo a colpire il bagno del presidente iraniano Rohani, e via dicendo. Chi se la prendeva con l’ignoranza dei giornalisti e chi con questi “tamburi di guerra” sciagurati, perché come è già accaduto in passato molti pensano che basti chiedere gentilmente ad Assad di non utilizzare più armi chimiche e lui obbedirà (c’è tutto il filone di chi non crede neppure agli attacchi chimici, ma è troppo deprimente per soffermarcisi).
L’errore della Cbs c’è, naturalmente: sulla cartina c’era l’Iran e non la Siria. Ma si tratta di un errore geografico: dal punto di vista sostanziale, la Siria è l’Iran, il regime di Assad non ci sarebbe senza il sostegno militare, finanziario, ideologico e politico di Teheran. Da sempre l’Iran considera la Siria come una sua emanazione, ora la sta anche occupando con i propri soldati, con l’assenso di Assad, e dei russi. Più che un errore quello della Cbs è un lapsus, molto rivelatore.