La distrazione conveniente di Fisk
Il giornalista prediletto da Assad non trova prove della strage. Gli altri sì
Tre giorni fa un decano dei giornalisti mediorientali, Robert Fisk, è andato a Duma, quella piccola città della Siria dove il 7 aprile due elicotteri hanno bombardato i civili con armi chimiche. Fisk da anni scrive corrispondenze molto embedded con l’esercito siriano anche grazie a un visto d’ingresso che il governo di Damasco gli rinnova con puntualità, mentre tiene fuori molti giornalisti che hanno fatto l’errore di scrivere articoli non in linea con il regime. Ebbene, Fisk lunedì ha partecipato a un tour per giornalisti organizzato dal governo, non ha trovato testimoni dell’attacco con i gas e ha intervistato un dottore che però non era presente in ospedale al momento del bombardamento e che dice che le vittime sono soffocate a causa della polvere sollevata dalle esplosioni. Naturalmente il suo pezzo ha eccitato molto la folla negazionista che non vede l’ora di scagionare il presidente siriano Bashar el Assad dalle sue responsabilità, ma c’è un guaio: gli altri partecipanti al tour, quindi Associated Press, la Cbs americana, una tv svedese e una tv tedesca hanno trovato testimoni – che hanno raccontato del bombardamento con il cloro. Si vede che Fisk era distratto. Intanto il Guardian ha contattato con un intermediario i medici a Duma, che dicono di essere terrorizzati perché il governo ha preso loro i telefonini per controllare i messaggi su Whatsapp e le altre chat e che sono stati minacciati affinché non parlino. Viene da chiedersi perché, se non c’è nulla da nascondere. E gli ispettori internazionali dell’Opcw arrivati sabato non sono ancora riusciti a mettere piede a Duma.