L'età adulta dell'Europa
L’America ci mette alla prova, ma resta l’unica superpotenza con cui stare
L’Unione europea si è arresa all’evidenza: gli Stati Uniti rimangono l’unica superpotenza anche con il “capriccioso” Trump come presidente. Sulle sanzioni in Iran o sui dazi su alluminio e acciaio, l’Europa non ha la forza né l’interesse di lanciarsi in una battaglia contro l’America. Durante il summit a Sofia, i capi di stato e di governo hanno ceduto sull’apertura di negoziati commerciali, in particolare per abbattere le tariffe alle importazioni di automobili americane, una delle grandi ossessioni di Trump. Jean-Claude Juncker ha assicurato che l’Ue non negozierà “con la Spada di Damocle sulle nostre teste”: nessuna trattativa senza esenzione totale e illimitata dai dazi.
Ma, al di là delle formule di orgoglio, nella sostanza l’Ue negozierà su quattro punti, di cui due prioritari per Trump. “Lavoreremo insieme agli Stati Uniti sulla riforma dell’Organizzazione mondiale del commercio” e “discuteremo come migliorare l’accesso ai mercati reciproci in particolare per i prodotti industriali incluso, tra l’altro, quello delle automobili”, ha spiegato il presidente della Commissione. Anche sull’accordo nucleare iraniano, le armi dell’Ue per salvare il deal e proteggere i suoi interessi economici sono spuntate. I colossi come Total o Maersk preferiscono rinunciare ai pistacchi iraniani per non perdere il business americano. “Non dobbiamo farci illusioni”, ha riconosciuto la Merkel. Le sfide di Trump costituiscono dei “test di sovranità per l’Europa”, ha detto Macron. Ma per superarli l’Ue deve entrare nella fase adulta: come ha detto il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, per poter essere un “attore” globale e non una “pedina” l’Europa deve essere “economicamente, politicamente e militarmente più unita di quanto sia mai stata”.
Cosa c'è in gioco