Doppia botta giudiziaria contro Donald Trump
Paul Manafort è stato condannato in primo grado per frode finanziaria (e altri setti capi d’imputazione). Michael Cohen invece ha ammesso di aver infranto la legge durante la campagna elettorale del 2016
Ieri è stato un giorno molto pesante per il presidente americano Donald Trump perché le indagini sui suoi suoi stretti collaboratori cominciano a ottenere risultati definitivi.
Mentre Paul Manafort, l’ex capo della sua campagna elettorale, veniva condannato in primo grado per frode finanziaria (e altri setti capi d’imputazione) da un tribunale della Virginia, l’ex avvocato di Trump, Michael Cohen, in un tribunale federale di Manhattan ammetteva di aver infranto la legge durante la campagna elettorale del 2016. Nello specifico ha dichiarato di aver pagato due donne, su ordine del futuro presidente, perché non parlassero pubblicamente delle loro relazioni con Donald Trump. Cohen ha ammesso di aver versato denaro in cambio di silenzio sia all'ex modella di Playboy Karen McDougal sia alla pornostar Stormy Daniels. Entrambe avevano affermato di aver avuto incontri sessuali con Trump, fatto però che il presidente americano ha sempre negato. Cohen si è dichiarato colpevole anche di evasione fiscale e falsa dichiarazione a una banca.
Le due inchieste sono separate, ma mettono in difficoltà allo stesso modo il presidente americano se non riuscirà a dimostrare la sua estraneità all’operato dei suoi collaboratori. Secondo quanto detto al Washington Post dal suo collaboratore e avvocato Rudolph Giuliani “non vi è alcuna accusa di illeciti contro il presidente in quanto detto da Cohen. E’ chiaro invece che le azioni di Cohen sono per molto tempo disoneste e menzognere”. Dopo le dichiarazioni di Giuliani, Lanny Davis, un avvocato di Cohen, ha detto in un'intervista televisiva che Cohen ha informazioni che potrebbero interessare Mueller, il procuratore speciale che sta indagando sull’ingerenza russa nell’ultima campagna elettorale americana e sarebbe felice di condividerle.
Manafort era incriminato per aver nascosto milioni di dollari in vari conti bancari all’estero, per avere evaso le tasse e aver frodato le banche per ottenere 20 milioni di dollari di prestiti per un totale di 18 capi d’accusa. Su otto di questi c’è stata unanimità sul verdetto da parte della giuria popolare, mentre per dieci il giudizio è ancora sospeso. Sono reati personali che riguardano le finanze personali dell'ex capo della campagna elettorale e non sono collegate alle indagini di Mueller, ma sono indagini che possono creare ulteriori problemi a Trump, se non legali, sicuramente d’immagine. Al momento sono cinque i membri dell’Amministrazione Trump che si sono dichiarati colpevoli o sono stati accusati di reati da quando The Donald è entrato alla Casa Bianca.