La Cina potrebbe modificare la politica del figlio unico
Dopo quattro decenni di pianificazione familiare drastica, un codice civile in preparazione non dovrebbe fare alcun riferimento al controllo delle nascite
"Alleva meno bambini e più maiali" recitava uno dei tanti slogan che circolavano nelle campagne cinesi alla fine degli anni settanta. Allora si promuoveva la cosiddetta politica del figlio unico. Oggi la Cina è cambiata e presto potrebbe annullare qualsiasi limitazione sulle nascite. Un codice civile in preparazione non dovrebbe fare alcun riferimento al controllo delle nascite. Lo indica un quotidiano ufficiale, con Pechino che si prepara – sembra – a revocare completamente le limitazioni al numero di bambini che le coppie possono avere. Il tutto dopo quattro decenni di pianificazione familiare drastica.
Preoccupato dall'invecchiamento della popolazione, il paese aveva ufficialmente abbandonato – a fine 2015 – la politica del "figlio unico". Tre anni fa tutte le coppie sposate sono state autorizzate ad avere un secondo figlio. Ma non di più. Il codice civile in preparazione deve essere adottato durante una votazione, nel 2020, da parte dell'Assemblea nazionale popolare. Il partito comunista aveva inizio a imporre la politica del figlio unico nel 1979, per contenere la forte spinta demografica del paese più popoloso al mondo. Era stato Mao Tse Tung a promuovere nel 1949 con il motto di Confucio "Più bambini significa più felicità" il progetto di una Cina abitata da famiglie numerose. Ma il suo successore Den Xiaping invertì la tendenza.