Le priorità di J. C. Juncker
L’Europa è sull’orlo dell’abisso ma discute di ora legale. Si dia una svegliata
Con la proposta di lasciar scegliere ai singoli stati sul cambio tra ora legale e ora solare, la Commissione di Jean-Claude Juncker mostra per l’ennesima volta tutta la sua inadeguatezza nel momento in cui l’Unione europea si prepara a una battaglia esistenziale tra nazionalisti e europeisti. L’ex premier lussemburghese ha annunciato alla televisione tedesca Zdf che, come primo atto del suo ultimo anno di mandato, intende cancellare le regole in vigore dal 1980 sul doppio passaggio dall’ora legale all’ora solare, malgrado il fatto che in passato la Commissione abbia sempre rifiutato di cedere alle pressioni di alcuni paesi del nord per le conseguenze sul mercato interno. “La gente vuole questo e lo faremo”, ha detto Juncker, dopo aver pubblicato i risultati preliminari di una consultazione pubblica lanciata durante l’estate a cui ha partecipato un numero record di europei: 4,6 milioni di persone. “L’84 per cento è contrario al mantenimento del cambio dell’ora”, ha spiegato la Commissione.
In realtà, sono soprattutto i tedeschi, spinti da una forte campagna mediatica, ad aver cliccato sul questionario. Il 3,8 per cento dell’intera popolazione della Germania si è espresso contro lo 0,6 per cento in Francia e lo 0,04 per cento in Italia. Ma la Commissione non corre solo il rischio di approfondire la frattura tra nord e sud. Le regole dell’Ue prevedono che l’ultima parola spetti a stati membri ed Europarlamento. Toccherà a loro riportare un po’ di ragionevolezza in attesa di scegliere nel 2019 un presidente della Commissione più adatto. Sta per cominciare una battaglia tra Europa e Antieuropa che segnerà il futuro, il discrimine tra pace e guerra, prosperità e declino. L’Ue deve essere all’altezza dei suoi valori. L’ora legale non è tra questi.