"La misoginia è un crimine". La proposta del Parlamento britannico
Per i laburisti inglesi le molestie sono reati d’odio contro le donne, come il razzismo
In Inghilterra la misoginia potrebbe diventare reato: hate crime, crimine d’odio, come il razzismo. A questo scopo, la deputata laburista Stella Creasy ha presentato un emendamento al Voyeurism Bill, oggi in discussione alla Camera dei Comuni, per rendere la misoginia un’aggravante nei casi di upskirting, che è quell’odiosa molestia consistente nell’infilare uno smartphone sotto una gonna e fotografare quello che c’è sotto. Una molestia il cui movente, secondo Creasy, è l’odio verso le donne. E guai a dubitarne: sarebbe sessista, di quel sessismo indulgente che cementifica il patriarcato. D’altronde è lapalissiano: un omuncolo che fotografa di nascosto un paio di cosce lo fa con intenti discriminatori (o, per dirla come l’ha detta Dacia Maraini sul Corriere, parlando di violenza sulle donne, per vendicare “l’offesa a una idea arcaica di virilità”). Se l’emendamento dovesse passare, la strada verso la criminalizzazione della misoginia si accorcerebbe parecchio. Un mese fa, il ministro francese per la Parità tra donne e uomini, Marlène Schiappa, ha portato a casa una legge un po’ fumosa che consente di multare chi molesta una donna per strada (mai più fischiatori da finestrino impuniti!), allunga la prescrizione per i reati sessuali e inasprisce le pene per chi li commette. Sanzionare la molestia è cosa buona e giusta, ma pure delicata e complessa (d’altronde sono mesi che discutiamo – senza venirne a capo – della labilità dei confini tra avance e molestie), pertanto meglio tagliare la testa al toro e stabilire per legge che una qualsiasi azione di disturbo nei confronti di una donna è un crimine d’odio verso individui a statuto speciale: quelli di sesso femminile.
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