"La Francia dice no" all'Aquarius
Negato l'attracco a Marsiglia alla nave umanitaria. L'Eliseo teme di prestare il fianco alla politica anti-migranti di Salvini. Il Portogallo annuncia un accordo per accogliere i migranti. Le ong chiedono aiuto: "In arrivo onde alte 5 metri, ci serve un porto"
I porti europei continuano a restare chiusi per la nave umanitaria Aquarius. Con a bordo 58 migranti salvati al largo della Libia tra giovedì e sabato scorsi, l'imbarcazione dell’ong SOS Méditerranée e di Medici senza frontiere era diretta verso il porto di Marsiglia. Ma nelle ultime ore il governo francese ha negato l’attracco. Solo nel primo pomeriggio l'agenzia France Presse ha spiegato che il Portogallo avrebbe annunciato un accordo con la Francia e la Spagna per la ricezione di migranti dall'Aquarius. Inoltre il partito di sinistra radicale Bloco de Esquerda (BE) ha chiesto all'Assemblea nazionale se il governo del socialista Antonio Costa è disposto a concedere la registrazione della nave in Portogallo. Infatti la bandiera panamense con cui l’Aquarius è in navigazione da anni potrebbe esserle ritirata, ha annunciato sabato scorso il governo di Panama, che ha motivato la decisione con presunte irregolarità nelle “procedure giuridiche internazionali”. Una spiegazione generica ma sufficiente per fermare definitivamente la nave.
Le Portugal annonce un accord avec la France et l'Espagne pour l'accueil des migrants de l' #Aquarius #AFP pic.twitter.com/7A0Yi29bXS
— Agence France-Presse (@afpfr) 25 settembre 2018
“Per ora, la Francia dice no”, aveva dichiarato stamattina il ministro degli Esteri Bruno LeMaire. Poco prima era stato il portavoce di Matignon, Benjamin Griveaux, a dire che serve “una soluzione europea” per l’accoglienza dei migranti, secondo il principio “del porto sicuro più vicino”, di certo “non a Marsiglia”. L’accusa implicita è rivolta all’Italia. I migranti salvati al largo della Libia, ripetono ancora i soccorritori a bordo dell’Aquarius, non possono essere riportati a Tripoli, pena la violazione delle convenzioni di Amburgo e di Ginevra. La Libia, dicono, non può considerarsi porto sicuro. Tolta Tripoli, allora, non restano che i porti italiani per attraccare. “Abbiamo tentato più volte di andare verso nord per uscire dalla zona Sar (search and rescue, ndr) – spiega un soccorritore di Aquarius in un video – ma siamo stati richiamati indietro da soccorsi che non sono stati poi terminati a causa di una mancanza completa di coordinamento con la Guardia costiera libica che non ha mai risposto alle nostre chiamate di soccorso. Siamo dovuti passare attraverso la Guardia costiera italiana che però non ha poi preso in carico la situazione”. Quindi la decisione di dirigersi verso la Francia, perché nel frattempo le condizioni meteo stanno per peggiorare, con “onde fino a 5 metri”.
Il governo francese per ora ha preso tempo, temendo soprattutto di prestare il fianco alla politica anti-migranti di Matteo Salvini. L’Eliseo è consapevole che se dovesse aprire il porto di Marsiglia, la Lega lo spaccerebbe come una sua vittoria politica; e che nel caso l’attracco nel porto francese fosse negato, allora Parigi sarebbe di nuovo accusata dal governo italiano di cinismo e ipocrisia. Nathalie Loiseau, ministro francese per gli Affari europei, ha ribadito in un’intervista a Sud Radio che la responsabilità è tutta italiana, perché “l’idea di chiudere i porti a delle persone in pericolo è contraria all’umanità. Da ieri i ministri dell’Interno dell’Ue lavorano senza sosta e speriamo in una soluzione entro oggi”. E mentre il partito di Emmanuel Macron, En Marche!, accusa l’Italia, Jean-Luc Mélenchon contesta l’ipocrisia del governo francese: “L’Aquarius deve poter attraccare a Marsiglia. E’ un nostro dovere”. “E’ un tradimento dell’umanità – continua il leader di France Insoumise – Il supplizio dei 58 dell’Aquarius deve avere fine. L’alleanza Macron-Salvini contro i naufraghi deve terminare”.
Riguardo al ritiro della bandiera panamense all’Aquarius, SOS Méditerranée e Medici senza frontiere accusano il governo italiano: “Nel messaggio inviato dall’Autorità marittima di Panama – dice l’armatore dell’Aquarius, Jasmund Shipping – si legge che ‘sfortunatamente è necessario che l’Aquarius sia esclusa dal nostro registro perché la sua permanenza implicherebbe un problema politico per il governo e per la flotta panamense in direzione dei porti europei’”. Il presidente di SOS Méditérranée, Francis Vallat, ha chiesto aiuto ad altri stati europei affinché forniscano una nuova bandiera per continuare a navigare (ad agosto l’Aquarius era stata cancellata anche dal registro di Gibilterra): “Non vogliamo fermarci, non cederemo”.
Dalle piazze ai palazzi
Gli attacchi di Amsterdam trascinano i Paesi Bassi alla crisi di governo
Nella soffitta di Anne Frank