L'affondo elettorale del Labour inglese
Corbyn offre alla May un accordo sulla Brexit, altrimenti si vada al voto
Comunque vada, bisognerà prepararsi, o almeno dovranno farlo gli inglesi, perché le probabilità di un nuovo voto nel Regno Unito si fanno sempre più alte. Ancora elezioni o ancora un referendum? Al Labour poco importa, basta che ci sia l’occasione per contarsi in pubblico, mentre per il governo conservatore si sa, entrambe le alternative significano che è andato tutto storto. Oggi Jeremy Corbyn ha chiuso la conferenza laburista a Liverpool con il suo discorso infinito, un applauso a ogni parola, molti attacchi ai conservatori che hanno rovinato il paese, con la loro austerità, con la loro ipocrisia, con la loro incapacità di negoziare sulla Brexit. Pareva un discorso elettorale, quello di Corbyn, come se la data fosse già fissata, ed è così che il leader vuole presentarsi: come un primo ministro che aspetta l’investitura. Per questo ha detto al suo partito di non perdersi nelle liti interne e di guardare al traguardo finale, mentre in platea si aprivano sorrisi finti, perché se è stata superata la frattura tra radicali e moderati (i moderati sono semplicemente stati estromessi, per la maggior parte) ora ce n’è una nel cuore del corbynismo. Si tratta di uno scontro di potere purissimo, tra i sindacati e gli attivisti di Momentum, che vogliono mettere bocca sulla selezione dei candidati, e non vogliono restrizioni di alcun tipo. Sembra niente ma se ne sentirà parlare, al di là della retorica unitaria che sa di socialismo di trent’anni fa, maggiori spese, attenzione ai deboli, lotta al capitalismo rapace e anche ai baroni della stampa (viva i media alternativi, dice Corbyn). E la Brexit? Corbyn abilmente si è sottratto ancora una volta alle domande di chiarezza, rifugiandosi in una tana comoda: voteremo contro l’accordo negoziato dal governo May e non accetteremo alcun non-accordo. In entrambi i casi, bisogna votare. Elezioni meglio di un referendum, che così intanto il Labour vince e negozia un nuovo accordo. Se la May dovesse offrire un’alternativa che protegge i cittadini e salvaguarda l’unione doganale, allora il Labour sarà dalla sua parte. E così ora la palla è di nuovo nel campo dei Tory.