Studiare il paradigma Kurz
Il governo di destra di Vienna ci bacchetta su Orbán, media e sulla “famiglia” Ue
Siamo una famiglia, dice il ministro delle Finanze austriaco e presidente di turno dell’Ecofin, Hartwig Löger, rivolto all’Italia: l’Unione monetaria è una famiglia, con delle regole, dei princìpi, un certo grado di comprensione ma anche la determinazione a non creare eccezioni esistenziali. L’Unione europea reagisce alle intemperanze italiane unendosi, e questa unità è sempre percepita come una punizione. Ci vogliono male, ci vogliono affondare. I francesi, i tedeschi, quel poco sobrio di Juncker e anche gli austriaci. Il caso austriaco è peculiare: Vienna ha la presidenza di turno dell’Ue e al governo ha un partito di centrodestra, l’Ovp che esprime il premier, Sebastian Kurz, e un partito di estrema destra, l’Fpö.
Con l’Italia ha un rapporto complesso, non da oggi: la frontiera del Brennero con i carri armati annunciati, i passaporti tirolesi, l’avvicinamento sulle questioni migratorie che poi, per evidenti ragioni geografiche, diventa ostilità. Kurz si vuole posizionare come un ponte tra est e ovest, il simbolo della fusione tra estremo e centro, ma quando c’è stato da votare su Orbán, è stato proprio il premier austriaco il primo a rompere le fila dentro al Ppe: quel che accade in Ungheria non è accettabile, va iniziata la procedura disciplinare. E quando ha scoperto che il suo ministro dell’Interno dell’Fpö aveva una lista di media buoni e cattivi ha detto: eliminatela, non voglio nemmeno sentirne parlare.
Kurz rappresenta i tormenti e le opportunità dell’Ue in questo momento, e anche se molti dicono che la sua è semplice tattica colpisce la sua capacità di valutare caso per caso. Una flessibilità che ai monoliti italiani sfugge, e che ora si ritorce contro di loro.