L'Èra dei Complotti Stupidi
I russi, i sauditi e gli altri: dopo anni d’impunità non temono conseguenze
Siamo finiti nell’Èra dei Complotti Stupidi. I sauditi hanno dato appuntamento a un giornalista dissidente (ma neanche tanto dissidente) e l’hanno fatto a pezzi con una sega per le ossa dentro un loro consolato, secondo giornali che di solito non temono smentite. E la squadra di quindici uomini che si è occupata di questa operazione sporca è arrivata ed è andata via sotto gli occhi di cento telecamere di sorveglianza turche. Di alcuni di questi uomini esistono filmati di repertorio assieme al principe ereditario saudita Mohammed bin Salman. I servizi russi mandano ad assassinare un doppiogiochista russo che ormai vive in una piccola cittadina vicino a Londra due agenti che sono stati premiati con la più alta onorificenza della Russia, la medaglia di Eroe della Russia, che di solito è consegnata dal presidente Vladimir Putin in persona.
Ora, siccome così stupidi non si può essere, dobbiamo cominciare a pensare che questi sono i frutti dell’impunità. In un mondo dove il regime siriano di Bashar el Assad può eliminare non meno di sessantamila prigionieri politici nelle sue prigioni e dare a ciascuna famiglia un foglietto su cui c’è scritto che si è trattato di un arresto cardiaco – non erano jihadisti feroci: erano manifestanti che chiedevano più libertà civili – e in cui il presidente americano dice di essere “in love” con il dittatore della Corea del nord, uno che nel febbraio 2017 ha fatto avvelenare il fratellastro in un aeroporto internazionale, e in cui il governo egiziano non sa dare una risposta alla domanda: chi ha torturato e ucciso Giulio Regeni che era tenuto sotto sorveglianza dai servizi di sicurezza del Cairo, l’impunità è diventata quasi una certezza. Se non rimane più nulla a contenere i capricci crudeli dei governi più aggressivi nel mondo, anzi li si guarda con simpatia, finisce così: con il novichok sulla porta di casa del vicino e le seghe da ossa al lavoro dentro ai consolati.