L'enorme accordo che aiuta la crescita
L’Ue approva il deal con Tokyo anche grazie ai voti di Lega-M5s. Ma tutti zitti
Il Parlamento europeo ha approvato l’altro ieri il più grande accordo commerciale mai negoziato dall’Unione europea, quello con la terza economia del mondo, il Giappone. 474 parlamentari europei hanno votato a favore, solo 152 contro. Questo giornale ne ha scritto spesso, della rivoluzione che sarà questo accordo, ma stavolta la cosa più interessante da notare è che gli europarlamentari di Lega e Cinque stelle, in genere contrarissimi ai trattati gestiti dall’Ue e al governo anche grazie alla retorica protezionista sbandierata in campagna elettorale… beh, perfino loro hanno votato a favore. È l’ennesima giravolta del governo, che però è passata un po’ in sordina. E pensare che proprio ieri a Bruxelles c’era anche il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, a trattare per il 2,04, e nessuno, nemmeno il ministro dello Sviluppo economico, ha ritenuto importante fare una dichiarazione in merito.
Quando entrerà in vigore, quello con il Giappone sarà il più grande accordo commerciale del mondo, e rappresenterà un terzo del Pil mondiale. “La nostra partnership economica con Tokyo adesso è molto vicina a diventare una realtà”, ha detto Cecilia Malmstrom, commissaria europea per il Commercio, “ed è il simbolo di quello in cui crediamo: un mercato aperto ma regolato”. Il Giappone ha già ratificato l’accordo – che elimina un miliardo di euro di dazi complessivi annuali per le aziende europee che esportano nel Sol levante – e dopo l’ok quasi scontato del Consiglio europeo il 21 dicembre prossimo entrerà in vigore, quasi sicuramente il 1° febbraio del 2019. A intervenire in Aula, l’altro ieri, è stata Tiziana Beghin (M5s) che a nome del gruppo Efdd ragionevolmente ha detto: “In passato ci hanno accusati di essere no global che si oppongono al commercio, ma il nostro unico interesse è sempre stato difendere i cittadini. E quando ci si trova di fronte a un buon accordo, il nostro voto non può che essere positivo”. Al governo ondivago ogni tanto qualcuno c’azzecca.
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