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“L'Iran può fare quel che vuole in Siria”

Redazione

Dubbio: il presidente americano ascolta le preoccupazioni di Israele?

Due giorni fa il presidente americano, Donald Trump, ha detto che “l’Iran può fare ciò che vuole in Siria, francamente” durante una riunione del governo e davanti alle telecamere. Una fonte del governo israeliano ha risposto in modo anonimo sul giornale Yedioth Ahronoth: “E’ triste che il presidente americano non guardi il materiale d’intelligence che gli passiamo”. Dal 2013 Israele lancia raid aerei sulla Siria per evitare proprio che l’Iran faccia quello che vuole nel paese, e quindi costruisca basi militari, trasferisca tecnologia militare e missili sul confine con Israele e addestri milizie aggressive in vista di una guerra. Spesso dopo i raid gli israeliani spiegano con foto satellitari cosa hanno colpito, ci sono centri per la ricerca missilistica, depositi di armi destinate al gruppo libanese Hezbollah, contingenti di forze speciali dell’Iran. I generali iraniani hanno minacciato più volte che “costringeremo gli israeliani a scappare in mare” e vedono la Siria come una piattaforma militare che consente loro di avvicinare il proprio raggio d’azione a Israele – come ricompensa per l’aiuto che hanno dato al rais Bashar el Assad durante la guerra civile. Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, da tre anni conduce una trattativa diplomatica molto delicata per ottenere da Russia e Stati Uniti di non essere lasciato da solo ad affrontare con uno scontro militare la presenza iraniana a pochi chilometri dal confine – cosa che eventualmente dice di essere pronto a fare. Come scrive Bret Stephens, commentatore molto conservatore, che senso ha fare il gesto di spostare l’ambasciata americana a Gerusalemme se poi la linea politico-militare è aumentare i rischi per Israele nel confronto permanente con i suoi nemici? Se Obama avesse abbandonato le operazioni contro lo Stato islamico a Erdogan e avesse detto una frase del genere a proposito dell’Iran, i repubblicani avrebbero risposto con ululati di sdegno.

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