I protocolli del circolo vizioso
Come il disprezzo populista ha sdoganato l’oltraggio antisemita in Europa
Le comunità ebraiche europee hanno sempre guardato all’Europa come a un’unione liberale capace di sollevarsi al di sopra dell’opzione nazionalista e dell’estremismo politico, un luogo dove gli ebrei potessero vivere e prosperare. Gli attacchi terroristici di matrice islamica che li hanno colpiti da qualche anno hanno messo fine a questa illusione, cui è sopraggiunto un altro duro colpo, i populisti amalgamati dal loro comune disprezzo per il liberalismo e per le minoranze e che formano un cocktail tossico che minaccia il tessuto delle società europee. Gli ebrei britannici affrontano una “tempesta di pressioni perfetta fra estrema destra ed estrema sinistra”, ha avvertito qualche giorno fa l’avvocato inglese Anthony Julius, che difese la storica Deborah Lipstadt nel processo contro il negazionista David Irving.
Inesorabilmente, gli ebrei d’Europa si sono ritrovati a mal partito, a essere “vittime collaterali” della battaglia nazionalista della destra europea contro gli immigrati o nel mirino delle aggressioni di sedicenti “antisionisti” a prescindere da quali possano essere le loro opinioni personali sulle varie politiche israeliane. Sulla scorta delle manifestazioni di sentimenti ebreofobi nel partito laburista di Jeremy Corbyn in Gran Bretagna si è iniziato a parlare di antisemitismo all’interno della sinistra radical. Da tempo si è aggiunta anche la minaccia populista sovraccarica di classici temi da “Protocolli dei Savi di Sion”, appena evocati da un senatore italiano della maggioranza di governo, che è soltanto l’episodio più eclatante di questo magma storico-ideologico che pesca nel passato oscuro dei paesi europei e che si nutre di disprezzo per il cosmopolitismo. E’ stato sdoganato l’oltraggio al mondo ebraico tout court.