Manfestazioni anti- Maduro a Caracas (Foto LaPresse)

Con “l'imbroglione” Maduro non si dialoga

Redazione

La chiesa venezuelana non vuole i negoziati: “Per parlare di cosa?”

Con Nicolás Maduro non si dialoga, perché è lui a non voler dialogare. Già in passato ha imbrogliato tutti, Santa Sede compresa. Il cardinale Baltazar Porras è l’amministratore apostolico di Caracas e intervenendo alla radio argentina Continental ha fatto capire come stanno le cose: “Si tratterebbe di sedersi attorno a un tavolo con un foglio in bianco. Per far parlare le parti? Ma mi domando, parlare su cosa? Il governo vuole parlare con molte persone e governi che stanno fuori dai confini nazionali ma non vuole parlare con il suo paese, con il suo popolo e con coloro che rappresentano questo popolo”.

 

Più chiaro di così, il cardinale Porras non avrebbe potuto essere. Parole che vanno ben oltre la prudenza vaticana di queste settimane, che comunque il Papa ha cercato di superare conversando con i giornalisti a bordo dell’aereo che lo riportava a Roma dopo il viaggio negli Emirati arabi uniti: la lettera con la quale il caudillo venezuelano supplica Francesco di mediare è rispedita al mittente: “Per fare un ultimo passo, una mediazione, ci vuole la volontà di ambedue le parti. Se saranno entrambe le parti a chiederlo siamo sempre disposti. Ambedue le parti sempre”.

 

Quindi finché Juan Guaidó non telefonerà a Roma, da Santa Marta non si muoverà un dito. Il sottotesto implicito nelle parole del Papa ed esplicito nella ridda di dichiarazioni dei vescovi venezuelani è che Maduro non faccia il furbo né tenti di tirare la talare al Papa per guadagnare tempo e nascondersi dietro allo scudo della chiesa romana, perché con quella locale i rapporti sono ormai deteriorati. Temporeggia ancora la segreteria di stato, retta dal cardinale Pietro Parolin (già nunzio a Caracas) e dal sostituto, il venezuelano Edgar Peña Parra, che chiede calma e aspetta di valutare l’evoluzione degli eventi nel paese. Anche se ormai lo schieramento delle forze in campo sembra chiaro: da una parte l’erede di Chávez che sfila con l’esercito, dall’altra l’oppositore in mezzo al popolo.

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