Labour for Brexit
La sinistra inglese si tormenta, Corbyn vuole soltanto una cosa: il potere per sé
Hanno litigato tutto il giorno su tre parole, i laburisti inglesi: “The option of”, l’ipotesi di – sostenere un secondo referendum sulla Brexit. La maggior parte dei deputati laburisti sostiene questa opzione, ma la leadership, cioè Jeremy Corbyn, vuole tenersi le mani libere, come sempre, come da sempre. Non vuole chiarezza sulla Brexit, non gli è mai interessato veramente dire qualcosa di comprensibile, o di visionario: è quel che farà lui che gli importa e siccome l’incertezza è massima, siccome la Brexit è entrata nella sua fase zombie, siccome c’è un negoziato in corso con la premier, Theresa May, dall’esito incalcolabile – lei spera solo che finisca presto, entro la fine della prossima settimana, ha detto – Corbyn non vuole mettere nero su bianco, nel manifesto elettorale che tocca fare per le maledette elezioni europee, una qualche strategia.
Tutto può succedere è il suo motto, e lui vuole cadere in piedi, dritto a Downing Street si augura, con un colpo di mano, o un’elezione, o un referendum: vale tutto. Ma perché ogni strada resti percorribile, è necessario mantenersi ambigui, così oggi Corbyn ha tenuto tutti i suoi dirigenti a discutere di tre parole. Non tutti a dire il vero: il suo vice, Tom Watson, che vorrebbe un Labour solidamente per il “remain”, che ha registrato il dominio di un altro partito per tenersi pronto e ha fatto qualche festicciola informale con la sua corrente (una correntona, ma lui è comunque il vice), se n’è andato quasi subito. “Educatamente”, ha voluto precisare: il Regno Unito è terreno di guerriglia, ormai si nota chi non urla. Ma siccome non gli facevano vedere un testo definitivo del manifesto, ha detto che non avrebbe perso tutta la giornata dietro a formule vaghe, fatemi poi sapere che cosa avete deciso. E Corbyn ha deciso di non decidere, togliendo al suo partito l’occasione di essere davvero opposizione, provando a salvare una Brexit purchessia, i dettagli non contano: conta diventare premier. Questa stagione in cui nessuno si vuole prendere troppe responsabilità collettive, sta producendo leader così: signori innamorati del potere, purchessia.