È guerra globale ai cristiani
Canada, Africa, Asia, medio oriente. Una settimana di cristianofobia islamista
Ieri in un video un islamista ha minacciato di uccidere Asia Bibi, la donna fuggita in Canada dopo essere stata rilasciata dal braccio della morte in Pakistan, dove ha trascorso dieci anni con false accuse di blasfemia. L’uomo senza nome ha detto di aver “raggiunto” il Canada per impartirle una “morte terribile e mandarla all’inferno”. È la fine che gli islamisti volevano farle fare in Pakistan, per vie legali tramite impiccagione nella pubblica piazza, o prendendo la legge nelle proprie mani. Dopo l’assoluzione, la famiglia di Asia Bibi ha vissuto nella paura, con squadroni islamisti che andavano casa per casa in cerca dei famigliari della rea cristiana. E “una morte terribile” è quella che altri islamisti hanno impartito lunedì a quattro cattolici del Burkina Faso, uccidendoli durante una processione. È il terzo attentato nel paese africano in dieci giorni.
Dopo averli uccisi, hanno fatto a pezzi la statua della Madonna. Il massacro è avvenuto il giorno successivo alla strage di Dablo, quando una ventina di jihadisti ha fatto irruzione nella chiesa cattolica uccidendo il sacerdote e altri cinque fedeli. Pierre Macqueron, responsabile dell’informazione di Aide à l’Eglise en Détresse, ha dichiarato al Figaro: “In Burkina Faso la chiesa è ormai perseguitata. In molte parti del territorio le messe non possono più essere celebrate; gruppi jihadisti passano di villaggio in villaggio a minacciare gli abitanti di convertirsi all’islam, chiudono i luoghi di culto cristiani”. Canada, Africa e Asia. Nello Sri Lanka le chiese sono state chiuse due settimane dopo la mattanza nelle tre chiese che hanno fatto oltre 250 morti. E nei giorni scorsi, un’altra chiesa colpita dagli obici jihadisti vicino Hama, in Siria, con cinque bambini cristiani rimasti uccisi. È la nuova, terribile mappa della cristianofobia globale, una pandemia terroristica che sta colpendo i “nazareni”, come li chiamano i fondamentalisti islamici, ovunque possano cambiare la demografia religiosa di quei paesi. Linee di faglia dove più che uno scontro c’è uno choc di civiltà di cui i cristiani sono le vittime predilette.