La mania di chiudere i Parlamenti
La decisione inglese ispira il governo polacco: tutto fermo fino alle elezioni
In Gran Bretagna il Parlamento è stato chiuso dal governo di Boris Johnson fino al 14 ottobre e, come si sa, da quando è stata annunciata questa decisione il paese è entrato in una nuova fase di caos: la strategia sulla Brexit di Johnson è stata ostacolata così come la sua richiesta di indire elezioni anticipate nella prima metà di ottobre. Di più: c’è una (complicata) questione costituzionale in corso, che dovrà essere risolta dalla Corte suprema la prossima settimana, sulla legittimità della decisione governativa di sospendere i lavori parlamentari: si parla di massimo inganno, quello alla Regina, che sarebbe piuttosto grave. Il decisionismo brutale di Johnson ha però fatto scuola, soprattutto ora che i parlamenti, come ben ha dimostrato anche il caso italiano, sono tornati a essere centrali nella custodia dei processi democratici – o nella loro distruzione, come direbbe Salvini. I parlamenti insomma sono il nemico, possono sovvertire tattiche messe a punto da tempo – come il “no deal” inglese sulla Brexit – e se si trova il modo di contenerli tanto meglio.
Così ha fatto il partito al governo in Polonia, Legge e Giustizia (PiS), che ha la maggioranza nel Parlamento di Varsavia, sospendendo i lavori fino alle elezioni, che si terranno il 13 ottobre. La Speaker, Elzbieta Witek, ha detto che la chiusura è stata pensata per permettere ai parlamentari di concentrarsi sulla campagna elettorale e che è prevista una sessione di due giorni appena dopo il voto. L’opposizione ha subito sottolineato il fatto che una cosa simile non era mai accaduta e che il partito al governo si vuol tenere libero dopo le elezioni per far passare qualche legge in fretta in caso di sconfitta. In realtà la sconfitta non la prevede nessuno, anzi: si parla di vittoria “confortevole” del PiS. Semmai si tratta di uno sgarbo istituzionale che, come dicono i commentatori, non sarà nemmeno sanzionato dalle corti come potrebbe avvenire nel Regno Unito: il potere giudiziario è già stato ridimensionato dalla riforma della giustizia.