Occhio al sostituto di Bolton
Se il candidato prescelto è l’attuale ambasciatore americano a Berlino, Richard Grenell, è una pessima notizia per l’Europa
S’è infine capito che la rottura tra Donald Trump e il consigliere per la Sicurezza nazionale John Bolton s’è consumata sulla questione iraniana, anzi, su un preciso aspetto del rapporto con la Repubblica islamica: l’incontro con il presidente iraniano Rohani. Trump lo vorrebbe, ansioso com’è di un evento clamoroso che lo faccia entrare nella storia, e ha valutato – ha raccontato Bloomberg – l’ipotesi di togliere alcune sanzioni per invogliare gli ayatollah ad accettare la sua offerta. Troppo per Bolton, troppo anche per molti altri che cercano di digerire i capricci trumpiani e si ritrovano a dover ammettere che neppure l’odiato Obama era arrivato a tanto.
Così ora si cerca un successore al grido “basta falchi”, e da qualche giorno gira voce che nella rosa dei candidati ci sia l’attuale ambasciatore americano a Berlino, Richard Grenell, che è atteso nel fine settimana alla corte di Trump: l’incontro era già in agenda, ma potrebbe diventare un colloquio di lavoro. Se fosse davvero Grenell il prescelto, non sarebbe una buona notizia per l’Europa. Grenell si è reso famoso nel suo mandato diplomatico a Berlino iniziato nel 2017 per le sue dichiarazioni contro la cancelliera tedesca Angela Merkel (sull’immigrazione ma anche sull’economia), contro la Germania che non fa il suo dovere in termini di difesa e sull’Europa intera, la scroccona che approfitta della generosità degli Stati Uniti quando ha bisogno ma poi ingaggia guerricciole commerciali e si tiene strette le risorse energetiche russe. Grenell è considerato un “bannoniano” che tenta di rafforzare i movimenti nazionalisti, peraltro in modo parecchio sfacciato per un ambasciatore. Se il consigliere per la Sicurezza nazionale americana considera l’Europa una minaccia, come sembra dall’atteggiamento di Grenell (condiviso anche da Trump) i rapporti transatlantici rischiano di diventare pessimi. Poi certo Grenell è anche il diplomatico che appena arrivato in Germania – anzi, era ancora in volo – ha detto che le aziende tedesche avrebbero dovuto interrompere immediatamente i rapporti con l’Iran pena ritorsioni americane, ma questo forse Grenell cercherà, molto diplomaticamente, di non sottolinearlo al colloquio con Trump.