Il ritorno alla realtà di Seehofer
Il ministro dell’Interno tedesco ha smesso di seguire gli estremisti sui migranti
Il 23 settembre i ministri dell’Interno di Italia, Francia, Germania e Malta parteciperanno a un mini vertice a La Valletta sulla situazione migratoria. Se la presenza di un ministro dell’Interno italiano è già un risultato, visto l’assenteismo del predecessore di Luciana Lamorgese, il vero obiettivo per Roma è trovare l’accordo di tutti su un meccanismo di redistribuzione automatica dei migranti che sbarcano sulle coste italiane senza le contrattazioni estenuanti che hanno caratterizzato l’ultimo anno, con i migranti tenuti in ostaggio sulle navi in condizioni critiche e i leader a rimpallarsi accuse.
Ci sono segnali positivi: durante la sua recente visita in Italia, il presidente francese Emmanuel Macron ha parlato esplicitamente di automatismi, e una settimana fa Horst Seehofer, ministro dell’Interno tedesco, in un’intervista alla Süddeutsche Zeitung ha detto che la Germania è pronta a prendersi il 25 per cento dei migranti che sbarcano in Italia. Se i flussi proseguiranno come nell’ultimo anno e mezzo, si tratta di accogliere circa 2.000 persone, cifra senz’altro gestibile per la Germania. Nonostante questo, la destra estrema di Alternative für Deutschland ha attaccato ferocemente Seehofer, con il ritornello che conosciamo: dissennato buonista globalista.
Il punto è che Seehofer è tutt’altro che un globalista multiculturalista. E’ un politico bavarese cristianosociale noto per le sue posizioni piuttosto rigide sull’immigrazione, che soltanto un anno fa diceva che islam e Germania sono incompatibili. Seehofer però è anche un politico intelligente: per un periodo, l’anno scorso, la sua Csu ha cercato di inseguire la retorica antimigratoria e xenofoba dell’AfD, ma i risultati elettorali sono stati pessimi: rincorrere la destra estrema sul terreno della xenofobia non funziona, perché ci sarà sempre qualcuno che sbraita più forte di te. Così Seehofer ha abbandonato la polemica sterile e ha fatto ciò che ogni altro politico responsabile dovrebbe fare: ha cominciato a governare. Prendere appunti.
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