L'altra invasione turca
L’Europa risponde all’insidia di Erdogan a Eni e Total in acque di Cipro
“Sono cipriota”, ha detto il presidente della Commissione uscente Jean-Claude Juncker rivolgendosi alla plenaria del Parlamento europeo a Bruxelles. Juncker ha messo in ordine le priorità europee in fatto di invasioni turche perché mentre Erdogan invade il nord della Siria nel frattempo ha aperto un altro fronte a Cipro. “Se il piano della Turchia (in Siria) riguarda la creazione di una zona sicura non si aspetti che l’Europa paghi per questo”. La risolutezza di Juncker deriva dall’invasione turca in acque cipriote dei giacimenti gasieri dell’italiana Eni e della francese Total.
La nave di perforazione turca Yavuz è tornata in questi giorni nelle zona economica speciale di Cipro per effettuare operazioni di perforazione di idrocarburi all’interno di un blocco (il numero 7), situato al largo della costa sud-occidentale di Cipro, concesso in licenza alla società petrolifera italiana e a quella francese. Ed è questa “azione illegale” che la Turchia deve arrestare “immediatamente”, ha detto Juncker, definendosi “cipriota”. Per Eni è la seconda disputa con la Turchia in acque di Cipro: nel 2018 una nave militare turca aveva minacciato la nave per prospezioni di Saipem che poi si era ritirata dal sito.
L’amministratore delegato dell’Eni, Claudio Descalzi, ha detto ieri di non essere preoccupato perché “se qualcuno si presenta con le navi da guerra io non faccio i pozzi. Non voglio certo fare scoppiare delle guerre per fare dei pozzi”. Parole accolte dal governo di Nicosia come “logiche e prevedibili”. In una telefonata il presidente cipriota Nicos Anastasiades ha informato sulla situazione il premier italiano Giuseppe Conte il quale ha “condannato chiaramente la violazione dei diritti sovrani della Repubblica di Cipro e del diritto internazionale da parte della Turchia affermando che manterrà questa posizione al prossimo vertice del Consiglio europeo”. L’altra invasione, quella energetica, per Erdogan può essere un altro affare rischioso.
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