Un sovranismo pro Europa è possibile
La svolta che Salvini dovrebbe fare, se guardasse i veri interessi italiani
L’invito rivolto da Donald Trump all’Italia perché esca dell’Unione europea per poter ottenere un trattamento più favorevole nella politica dei dazi americana, sommato alle incessanti pressioni di Vladimir Putin di segno convergente, danno l’idea di una pressione esterna che punta a imporre, o almeno a proporre, al nostro paese una collocazione internazionale basata su interessi altrui. Il sovranismo, se è quel che dice di essere, cioè una intransigente difesa degli interessi nazionali, dovrebbe preoccuparsi di queste ingerenze che hanno l’evidente significato di una richiesta di allineamento a logiche economiche e commerciali che limiterebbero invece l’autonomia italiana. E’ facile dimostrare, anche solo dando un’occhiata alla bilancia dei pagamenti, che l’interesse nazionale è intrinsecamente connesso alle tendenze dell’economia europea assai più di quanto lo sia a quella americana e ancor meno russa. E’ forse il momento che Matteo Salvini si interroghi su quale sia l’ambito nel quale può esprimersi al meglio la difesa della sovranità nazionale. Forse dovrebbe ragionare sulla possibilità di definire una qualche forma di sovranismo europeo, per quanto un’espressione di questo genere possa apparire paradossale. Naturalmente non si tratta di abbandonare le critiche, a volte fondate anche se sempre esasperate dalla propaganda, alle vischiosità dell’Unione. Un sostegno popolare alla sovranità europea richiede una svolta democratica dell’Unione, che può e deve essere rivendicata. Può un Salvini 2.0 farsi protagonista di questa battaglia, che sarebbe un’estensione, non una negazione di quella per la sovranità nazionale? Sembra una follia sperarlo, ma se si ragiona sui caratteri moderni di una difesa dell’indipendenza che non esiste senza il riconoscimento delle interdipendenze oggettive, sulla difesa degli interessi nazionali in una dimensione che possa reggere alle sfide del mercato globale, è difficile arrivare a conclusioni diverse. Salvini è in grado di gestire questo passaggio politico, difficile ma necessario per proporsi come alternativa non solo elettorale ma di governo?