Gli occhi europei sulla Romania
A Bucarest il governo ottiene la fiducia. Ora può nominare un commissario
Il governo romeno ha ottenuto ieri la fiducia, sette voti di scarto, pochissimi, ma quelli necessari per dare vita al governo di centrodestra di Ludovic Orban, dopo la caduta di quello socialdemocratico di Viorica Dancila (è l’ottavo esecutivo dal 2015 a oggi). La fiducia mette fine a una crisi che dura da molto tempo e che ha avvelenato la politica di Bucarest – la principale causa di questa emergenza era la corruzione – ma il sollievo si è sentito soprattutto a Bruxelles dove si aspettava questo voto con grande trepidazione. La Romania deve ancora indicare il nome del suo commissario a Ursula von der Leyen, dopo che la prima scelta – Rovana Plumb – è stata bocciata durante le audizioni. Nel frattempo, nelle ultime settimane, il governo romeno, per quanto sfiduciato, ha individuato altri tre possibili nomi, ma le candidature non sono andate a buon fine non a causa dell’intransigenza degli europarlamentari bensì per questioni interne condivise anche dalla von der Leyen, rallentando ulteriormente i tempi già ritardati della Commissione europea entrante (doveva entrare in vigore il primo novembre, si aspetta il primo dicembre, se tutto va bene). Ora che a Bucarest c’è un nuovo governo, si aspetta il nome del commissario in modo da poter iniziare le audizioni dei tre candidati che ancora aspettano la conferma parlamentare. Tra questi (l’altro è ungherese) c’è il candidato francese, Thierry Breton, che ha preso il posto della bocciata Sylvie Goulard e che potrebbe avere gli stessi problemi di conflitti di interesse: il presidente francese Macron ha scelto un nome controverso per testare, si dice, la forza della von der Leyen, e vendicarsi della prima bocciatura. Per evitare ulteriori sgambetti nell’Europarlamento meno ordinato di sempre – le famiglie politiche sono in lotta tra di loro e al loro interno – c’è chi consiglia alla von der Leyen di far sì che le audizioni dei tre candidati siano ravvicinate, in modo da evitare che le vendette, questa volta, siano così plateali, togliendo la commissione da questo limbo dannoso.
I conservatori inglesi