La nuova questione che potrebbe far emergere le diversità in Europa, tra nord e sud e soprattutto tra est e ovest, è la possibilità di introdurre un salario minimo europeo. A volerlo, con forza, era stato Frans Timmermans che mentre si affaccendava per diventare presidente della Commissione europea, senza riuscirci, aveva anche proposto che in tutti gli stati membri venisse imposto un salario minimo equivalente al 60 per cento del reddito medio. A luglio, Ursula von der Leyen, l’ex ministro della Difesa tedesco eletta presidente della Commissione, si era impegnata a introdurre delle misure che inquadrassero le richieste di Timmermans, rispettando le differenze tra i singoli mercati del lavoro. Lo aveva fatto, scrive il Financial Times, per ottenere il sostegno del Parlamento e non se ne è dimenticata.
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