Il disastro della teocrazia
Per uno studio scientifico i contagiati in Iran sarebbero 18mila. Numeri falsi dal regime
Un team di ricercatori dell’Università di Toronto formato da esperti di epidemie e da matematici ha calcolato le dimensioni del contagio da coronavirus in Iran a partire dal dato dei viaggiatori trovati positivi subito dopo essere arrivati da quel paese. E’ stato pubblicato tre giorni fa e non è ancora passato per il giudizio degli altri esperti (la cosiddetta peer review) ma sostiene che gli infetti sono diciottomila. C’è molta differenza con i dati ufficiali forniti dal regime iraniano, che ieri ha annunciato 245 casi, di cui 27 morti. Del resto il numero di persone contagiate dopo essere state in Iran lasciava capire che qualcosa non torna: il primo caso in Estonia, dichiarato ieri, era appena arrivato dall’Iran. Per non parlare dei 33 in Bahrein o dei 43 in Kuwait. Se i dati del team fossero confermati, sarebbero da rivedere tutti i dati forniti dall’Organizzazione mondiale della sanità. Il numero globale di contagiati oggi non sarebbe di 82 mila ma sarebbe di oltre centomila e anche tutti i discorsi sul presunto “rallentamento” dell’epidemia sarebbero da ripensare.
Il regime continua a mentire, anche se il coronavirus sta colpendo pure all’interno della cerchia di chi comanda. Ieri la vicepresidente dell’Iran, Massoumeh Ebtekar, è stata trovata positiva: il giorno prima sedeva a tre posti di distanza dal presidente Hassan Rohani durante un Consiglio dei ministri. Il problema più grave è la città santa di Qom, che con il suo andirivieni di pellegrini è da settimane un superfocolaio di diffusione. Ma è anche una fonte di guadagno per il clero e il governo rifiuta di mettere la città in quarantena oppure di chiudere i santuari (in compenso ha chiuso subito le università). I responsabili del santuario di Masoumeh sostengono che la presenza di decorazioni in argento avrebbe un naturale effetto antibatterico (ma il Covid-19 è un virus). Ieri l’ayatollah Mohammad Saeedi ha detto agli iraniani di recarsi in massa al santuario di Masoumeh a Qom perché così saranno guariti. E’ un paese nelle mani di preti pazzi.