Dopo gli italiani
L’internazionale del sovranismo Salvini-Le Pen si frantuma alla prima emergenza
Sull’onda dell’emergenza coronavirus, e del panico creato dall’allarmismo di una parte dell’opinione pubblica, Marine Le Pen, leader del Rassemblement national francese, è tornata alla carica con uno dei suoi chiodi fissi: il controllo delle frontiere. In realtà, la madrina del sovranismo francese, principale alleata del capo della Lega Matteo Salvini, è andata molto più lontano, invocando la chiusura pura e semplice delle frontiere con l’Italia, e dunque il respingimento degli italiani e di tutti coloro che sono stati a contatto con le zone dove il Covid-19 si è diffuso, perché “i virus non si fermano alla frontiera, ma le persone che hanno il virus possono essere bloccate alla frontiera”. La risposta del presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, è arrivata giovedì da Napoli, a margine del bilaterale con il premier italiano Giuseppe Conte. “Che piaccia o no ad alcune persone, il virus non conosce i limiti amministrativi” che rappresentano le frontiere, ha reagito Macron, negando fermamente l’ipotesi di una loro chiusura e spiegando alla Le Pen e a tutti i sovranisti maramaldi che in queste situazioni ci vuole “sangue freddo” e soprattutto una “risposta europea”, non disarticolata. “L’Europa ha dimostrato di essere mobilitata e deve continuare a esserlo”, ha aggiunto l’inquilino dell’Eliseo, perché il problema costituito dall’epidemia “potrà risolversi soltanto grazie a una perfetta cooperazione europea”.
L’uscita della Le Pen mostra per l’ennesima volta i limiti della tanto sbandierata internazionale del sovranismo, che lei e i suoi alleati, e in primis Salvini, vorrebbero costruire in opposizione all’europeismo. La solidarietà tra i popoli della vorrei-ma-non-posso alleanza sovranazionale tra sovranisti si ferma alle frontiere, alla prima emergenza. Per la Le Pen il nuovo mantra è “dopo gli italiani”.