editoriali
Il ritorno della Tusk force
La forza dell’Ue dopo la crisi dipenderà anche da quel che farà con Orbán
Il presidente del Partito popolare europeo Donald Tusk ha rilasciato un’intervista al settimanale tedesco Spiegel. Tusk, grande comunicatore e appassionato europeista, ex primo ministro polacco ed ex presidente del Consiglio europeo, c’era mancato molto: come presidente del Ppe lo avevamo visto comparire assai meno. Parlare meno, twittare meno, muoversi meno.
Nell’intervista precisa alcune sue posizioni, dice che la Germania deve avere un ruolo importante nel ricostruire l’Unione dopo l’epidemia, che i Coronabond non sono da escludere a priori perché ci sono grossi pericoli e questa crisi va presa sul serio. Ha parlato anche di Viktor Orbán, il primo ministro ungherese che ha approfittato del coronavirus per far approvare dal Parlamento una legge di emergenza che rappresenta una minaccia importante per la già pericolante democrazia ungherese. Ha chiesto e ottenuto i pieni poteri che gli sono stati concessi senza una data di scadenza. Fidesz, il partito del premier, fa parte del Ppe, attualmente è stato sospeso e vive da sorvegliato speciale, ma i popolari sono bloccati su una questione cruciale: che facciamo con Orbán? Nell’intervista Tusk dice che è arrivato il momento delle decisioni, di voler spingere affinché tutti capiscano che non c’è più posto per Fidesz nel Ppe e che durante la prossima riunione del partito vuole che si arrivi a una conclusione anche perché, dice Tusk, il destino dell’Ue in una certa misura dipende anche da come agirà con Orbán. In questi giorni in Ungheria l’agenzia V4, uno dei principali media di propaganda del governo, ha iniziato una campagna diffamatoria contro i giornalisti stranieri: “La gente di George Soros si sta mobilitando contro l’Ungheria”. Con nomi cognomi e foto, gli articoli accusano giornalisti della Cnn e del New York Times, li mettono all’indice per aver raccontato cosa sta accadendo in Ungheria. Soros, il miliardario americano di origini ungheresi, è sempre accusato da Orbán di varie nefandezze: di voler invadere di migranti la nazione e adesso di volerla indebolire durante il coronavirus. Più passa il tempo più quel che rimane della democrazia ungherese deperisce e con lei anche la forza dell’Ue.