Silvia Romano circondata da giornalisti e fotografi davanti alla sua casa di Milano (foto LaPresse)

Tutti volevano un pezzo di Silvia

Redazione

Lo show della liberazione porta vantaggi a tutti, tranne che alla vittima

Il rientro in Italia di Silvia Romano è stato un successo e in molti volevano un pezzo di quel successo. I servizi della Turchia volevano che si sapesse che erano coinvolti nell’operazione e hanno fatto circolare una foto del giubbotto antiproiettile fatto indossare alla sequestrata al momento della liberazione con sopra quell’emblema molto caro ai turchi (l’intelligence italiana dice che è un fake, se è così avranno foto o video originali da mostrare anche loro no?). L’Aise, i servizi di informazione esterna che dovrebbero essere la nostra sentinella discreta contro i mali del mondo, ha tenuto a esserci nella forma degli agenti in passamontagna che scortavano la Romano sulla pista di Ciampino alle due del pomeriggio e in diretta televisiva, dove sarebbe bastato uno steward. Il capo uscente dell’Aise, Luciano Carta, si è fatto vedere anche lui a Ciampino ad attendere fra le autorità, una presenza irrituale – non si ricordano altri capi dei servizi che abbiano fatto la stessa cosa – per congedarsi in grande stile e andare a fare il presidente di Leonardo. E meno male che i ritratti su di lui ce lo dipingono come schivo e riservato, pensa se non lo fosse. Il premier Conte e il ministro degli Esteri Di Maio c’erano, con l’aria di chi non vuole concedere all’altro nemmeno un centimetro di vantaggio o una foto ricordo in più (Guerini della Difesa fiutata l’aria ha preferito astenersi). E nessuno si curava di quello che con prevedibilità assoluta sarebbe accaduto di lì a poco all’ostaggio, perché siamo diventati un paese nel quale le vittime di sequestro ormai hanno bisogno della protezione della polizia. Lo show ha funzionato per tutti, tranne che per Silvia Romano. Per lei è arrivata la fase successiva: il deputato che la chiama “neoterrorista”, le accuse, le minacce aggravate, le bottigliate contro la casa. Tanto che ieri i giornali avvertivano: c’è da proteggere questa donna, basta con questo assedio. Chi l’avrebbe mai detto?