John Roberts fa infuriare i conservatori
La Corte suprema boccia la legge della Louisiana sull’aborto. Decisivo il presidente
La Corte suprema americana ha stabilito che la legge antiabortista varata nel 2014 dalla Louisiana è incostituzionale. Il verdetto è stato preso a maggioranza, 5 giudici contro 4, e determinante è stato ancora una volta il presidente John Roberts, che (conservatore e nominato da George Bush nel 2005) si è schierato con i quattro giudici liberal, pur non condividendo la relazione di maggioranza scritta da Stephen Breyer. La legge, una delle più restrittive di tutti gli Stati Uniti, aveva costretto alla chiusura la gran parte delle cliniche che garantivano l’interruzione di gravidanza. Di fatto, considerando l’introduzione di una “licenza speciale” per i medici autorizzati a praticare l’aborto, in tutto lo stato ne erano rimasti solo due. I gruppi pro life puntano il dito su Roberts, definendolo un traditore che ha fatto esultare i sostenitori di Planned Parenthood e un “finto cattolico”. E’ la terza volta in poche settimane che il presidente della Corte suprema si schiera con i liberal: prima in difesa del programma per la protezione dei dreamer (i migranti entrati da minorenni negli Stati Uniti) varato durante l’Amministrazione Obama, quindi a sostegno della comunità lgbtq discriminata sui luoghi di lavoro.
Ma è sull’aborto che la decisione di Roberts avrà conseguenze, come dimostra già la reazione del mondo più conservatore ancora fedele a Donald Trump. Intanto perché è la prima volta che la Corte si esprime su tale materia dopo la doppietta trumpiana che aveva portato Neil Gorsuch e Brett Kavanaugh a far parte dei nove giudici supremi. Già allora, durante l’iter della nomina e della conferma, il dibattito era ruotato proprio sulla “questione aborto”, se fosse possibile con una solida maggioranza di destra ribaltare la Roe v. Wade. Non si pensava che a “saltare” la staccionata sarebbe stato il cattolico Roberts. I sospetti conservatori si focalizzavano su Kavanaugh, pupillo del giudice emerito Anthony Kennedy, conservatore moderato per decenni ago della bilancia. Gli argomenti bioetici buoni per le ormai archiviate culture war rientrano con forza nella lotta preelettorale.