Domenica si vota in Russia per scegliere i nuovi governatori o per rinnovare i parlamenti in 23 regioni. Il voto sarà una prova importante tanto per il presidente Vladimir Putin quanto per l’opposizione, che in questo momento è tutta stretta attorno al nome di Alexei Navalny. Per il capo del Cremlino e per il partito da lui sostenuto, Russia unita, sarà un voto decisivo per misurare la rabbia generata dalla crisi economica e sanitaria che ha causato problemi soprattutto a livello locale. Putin dall’inizio della pandemia ha lasciato ai governatori il compito di gestire, con poca preparazione e pochissime risorse, gli effetti dell’emergenza. Non è un caso se il dissenso in Russia ha assunto una dimensione periferica: la rabbia per la rimozione di un governatore sommata ai problemi economici e sanitari ha fatto sì che nella regione di Khabarovsk le proteste contro il Cremlino siano andate avanti per tutta l’estate. Un’ondata di dissenso tanto ostinata non si vedeva da tempo in Russia ed è segno del fatto che le questioni locali muovano la popolazione molto di più degli intrighi del Cremlino. Il voto di domenica sarà un test importante anche per l’opposizione per capire se la campagna per il “voto intelligente” (vota il candidato d’opposizione più forte – non importa se indipendente, comunista o liberale) promossa da Navalny avrà avuto i sui effetti e se i navalniani, nei giorni dopo l’avvelenamento del loro leader sono stati in grado di tenere vivo l’interesse degli elettori. I candidati sostenuti dal Cremlino per la carica di governatore nelle regioni di Irkutsk, Komi e Arkhangelsk rischiano di essere sconfitti e i partiti d’opposizione potrebbero ribaltare le maggioranze nei parlamenti locali di Novosibirsk e Magadan. Di queste regioni, quattro si trovano in Siberia, come la stessa Khabarovsk, una spina nel fianco per il presidente. Il prossimo anno si vota per rinnovare la Duma di stato e cinque sconfitte, per il Cremlino, non sarebbero una buona notizia. L’altra cattiva notizia è che, Putin lo voglia o no, il protagonista di queste elezioni non è lui, bensì il “malato di Berlino”. Da questo voto Putin capirà quanto male può avergli fatto l’avvelenamento di Navalny e i tanti sospetti attorno al Cremlino.
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